Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari Europei, difende l’intervento di Renzi in tv da Fabio Fazio.
«Si è dimesso da segretario, non da punto di riferimento di molti nel Pd».
Ma non ha picconato la credibilità stessa del partito?
«Matteo ha fatto bene a chiarire il suo pensiero e lanciare la proposta di un governo per cambiare le regole istituzionali».
Regole già bocciate dal referendum.
«Sì, ma in un clima di scontro frontale. In un parlamento dove nessuno ha la maggioranza il muro contro muro non ha senso. Ci sarebbero le condizioni giuste per cambiare l’assetto istituzionale e darne all’Italia uno moderno».
Vuol dire almeno due anni di legislatura.
«Per fare riforme condivise non ne servono di più».
Dovreste discutere con i 5 Stelle, con i quali rifiutate di fare un governo.
«Sono due cose diverse. Governare con loro sarebbe la fine del Pd».
Ma?
«Ma sulle regole potremmo trovare un punto d’incontro. Anche perché stanno toccando con mano l’effetto della paralisi politica».
Un nuovo sistema elettorale potrebbe segnare la fine del Pd.
«Credo che la vera responsabilità non sia fare un governo a tutti i costi, ma prendere atto che la democrazia italiana non è efficiente e che bisogna renderla tale. Impossibile dire chi ne beneficerebbe, visto che gli orientamenti dell’elettorato cambiano velocemente. Di certo, ci guadagnerebbe l’Italia».
Renzi e i suoi vanno verso un altro partito?
«No, però di fronte a un populismo crescente dobbiamo costruire un Pd nettamente alternativo».
Il problema è quale.
«Dobbiamo occupare un nuovo spazio riformatore. E in Europa il migliore argine al populismo è Macron. Con lui dobbiamo costruire una nuova alleanza».
La sua visione liberale non sembra maggioritaria né in Italia né in Europa.
«Può diventarlo. A patto dì non rifare gli stessi errori che abbiamo fatto noi».
Per esempio?
«Dovevamo insistere di più sugli aspetti di sicurezza sociale della nostra politica. Abbiamo istituito il Rei, il reddito d`inclusione, negli ultimi mesi del governo Gentiloni. Invece dovevamo farlo nei primi giorni del governo Renzi».