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Salario minimo, PD: Governo destra indifferente verso deboli. Daremo battaglia

Chi sopprime la possibilità di far uscire lavoratori e lavoratrici dallo sfruttamento e dalla povertà si qualifica da solo: stiamo parlando di 3 milioni e mezzo di persone con un salario minimo orario inferiore ai 9 euro.

Quanta arroganza ci vuole per rifiutarsi di prenderli in considerazione? Dietro quelle retribuzioni da fame ci sono contratti pirata, falsi appalti, false imprese, false cooperative, abuso di contratti precari.

Tagliano di miliardi il contrasto alla povertà e danno un euro al giorno con una card una tantum, ma si rifiutano di aggredire il problema della povertà nei luoghi in cui ha origine. Perché sono interessati più alla propaganda e alla presa in giro che alla soluzione dei problemi.

La maggioranza presenta un emendamento per cancellare con un tratto di penna la proposta delle opposizioni sul salario minimo senza offrire neanche la possibilità di un confronto, di un dialogo. Ma così facendo non umilia le opposizioni: umilia lavoratrici e lavoratori poveri, abbandonandoli alla morsa dell’inflazione e alle conseguenze disastrose dei provvedimenti di questo governo. La maggioranza ci ripensi e approvi con noi questa proposta.”.
Così Elly Schlein segretaria del Partito Democratico.

 

Sul salario minimo la destra ha gettato la maschera. Nessuna contro proposta, nessuna ricerca di un punto di incontro con le opposizioni. Un no puro e semplice. Pregiudiziale. Ideologico. Uno schiaffo in faccia a tre milioni di lavoratrici e lavoratori sottopagati e sfruttati”.

Lo scrive su Twitter il responsabile economico del PD Antonio Misiani dopo la presentazione di un emendamento soppressivo della proposta di legge sul è minimo da parte del centrodestra alla Camera.

 

Più di 3 milioni di lavoratori poveri, 3,5 milioni di lavoratori con un è minimo orario inferiore ai 9 euro. Alla maggioranza non bastano questi dati per capire che la situazione salariale nel nostro paese è ormai insostenibile. Non basta sapere che i salari reali sono calati, che l’inflazione falcidia il potere d’acquisto delle retribuzioni. Che con i contratti pirata, i falsi appalti a false imprese e false cooperative, le esternalizzazioni e l’abuso dei contratti precari si cerca solo di comprimere la retribuzione dei lavoratori, dipendenti e autonomi. La maggioranza propone, con l’arroganza dei numeri di cui fa ormai quotidianamente una esibizione muscolare, un solo emendamento soppressivo alla proposta delle opposizioni sul è minimo e sulla estensione a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici (dipendenti, parasubordinati e autonomi) del trattamento economico complessivo previsto dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative. Una chiusura a qualsiasi possibilità di confronto democratico assolutamente inaccettabile, non verso l’opposizione, ma verso il Paese. Non ci arrenderemo a tanta prepotenza”.

Lo dichiara in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del PD.

 

“Il torto la destra non lo fa alle opposizioni che lo hanno proposto. Il torto lo fa a tre milioni di lavoratrici e lavoratori sottopagati. Il è minimo è una proposta di civiltà e di giustizia che questa maggioranza sacrifica sull’altare del pregiudizio ideologico e dell’interesse di bottega. Possono presentare anche un emendamento soppressivo, quello che non possono sopprimere è il danno che fanno ai diritti dei lavoratori. Quello resta. E’ incancellabile”. Lo dichiara in una nota Camilla Laureti, eurodeputata PD e responsabile dem per le Politiche agricole.

 

“Il governo Meloni non ha nulla da ridire per gli affari di famiglia della ministra Santanchè e del presidente del Senato La Russa, che in un’ora guadagnano un milione di euro, e invece sono contrari al è minimo, per quegli oltre tre milioni di lavoratori poveri”. Così in un tweet Sandro Ruotolo, responsabile Informazione, Cultura, Culture e Memoria della segreteria nazionale del Partito democratico, commenta la notizia dell’emendamento del centrodestra in commissione Lavoro soppressivo della proposta di legge sul è minimo depositata dalle opposizioni.

 

“Nel Paese dove i salari sono al palo, l’emendamento della destra per sopprimere la proposta su è minimo e’ uno schiaffo in faccia a chi non ce la fa. La destra e Meloni fanno una scelta di campo: no ideologico alle tutele per i lavoratori, si’ alle ingiustizie”. Lo scrive su Twitter la deputata e vicepresidente del PD, Chiara Gribaudo.

 

La sinistra europea non difende i deboli, noi sì. Non ci crederete, ma lo ha detto Giorgia Meloni, al comizio di Vox. Lo ha detto dopo: aver abolito il fondo affitti e aver messo a rischio sfratto 630mila famiglie italiane; aver abolito il reddito di cittadinanza e lasciato 400mia famiglie senza aiuti; aumentato precarietà e voucher”. Lo scrive su Twitter Marco Furfaro, responsabile nazionale Contrasto alle diseguaglianze e Welfare del PD.

“Oggi, purtroppo, l’ennesima conferma: la destra ha presentato un emendamento soppressivo della legge sul salario minimo a 9 euro che avrebbe tutelato tre milioni di persone in povertà – prosegue -. Ma quali ‘deboli’! Difendono gli interessi di evasori, amici indagati e potenti. Ai deboli non lasciano nemmeno le briciole“.

 

“Nell’unico Paese OCSE in cui i salari sono diminuiti, e in cui oltre tre milioni di lavoratori e lavoratrici sono sottopagati, il Governo si rifiuta perfino di discutere con le opposizioni la proposta del salario minimo. Indifferenti verso i deboli, arroganti in Parlamento”.
Lo dichiara Marina Sereni della Segreteria nazionale del PD in un tweet.

 

“La destra non vuole discutere il è minimo. Addirittura presenta un emendamento soppressivo che elimina tutta la proposta delle opposizioni. Fuggono dal merito: una dimostrazione di totale cinismo politico. Stanno dicendo no a tre milioni di lavoratori poveri senza nemmeno degnarsi di dare uno straccio di motivazione. Daremo battaglia in commissione e in Aula”.

Lo dichiara il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo PD il commissione Lavoro.

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