Sul salario minimo “siamo per discutere subito. È urgente intervenire, approvando la legge il prima possibile”, riferisce il responsabile economico del PD, Antonio Misiani, intervistato dal Corriere della Sera.
“Il mancato voto dell’emendamento della maggioranza, soppressivo della nostra proposta di legge, è un primo successo delle opposizioni – afferma il senatore -. Il centrodestra si è reso conto del prezzo politico che avrebbe pagato contrapponendosi frontalmente alla nostra iniziativa e ha deciso di non decidere”.
“Noi siamo pronti” a un dialogo con la maggioranza, “purché sia un dialogo vero – sottolinea Misiani -: è tempo che governo e maggioranza mettano le carte in tavola e ci dicano cosa hanno intenzione di fare sul salario minimo”.
Sulla retribuzione minima, il PD non arretra: “per noi 9 euro sono una soglia adeguata, tenendo conto dell’inflazione che ha falcidiato il potere d’acquisto delle retribuzioni nel 2022-23″, dice il senatore dem.
Se a settembre la proposta verrà bocciata, “raccoglieremo le firme e andremo nel Paese a spiegare le buone ragioni per le quali anche in Italia serve il salario minimo”.
“E – aggiunge Misiani – spiegheremo anche perché la destra, che a parole si dichiara a favore del popolo, quando bisogna scegliere sta dalla parte dei più forti”.