“Sulla vicenda dei cosiddetti fondi russi, stante l’estrema delicatezza della vicenda, sarebbero auspicabili diverse cose.
Anzitutto, che le autorità statunitensi che hanno sollevato il caso rendessero noti i dati dichiarando i paesi europei eventualmente coinvolti, e i soggetti oggetto di tale attività russa, non escludendo che questa tipologia di comunicazione possa pervenire anche su canali diplomatici e non necessariamente di intelligence, stante la asserita natura di documenti interni all’amministrazione americana che ne avrebbe disposto la declassificazione.
E in secondo luogo che chi ha responsabilità istituzionali si esprimesse nelle sedi competenti e opportune, senza giungere a conclusioni affrettate che rischiano di alimentare anziché spegnere la confusione sul tema.
Un argomento di tale delicatezza deve essere oggetto anzitutto di una specifica riunione del Copasir, che ribadiamo debba essere convocato nel più breve tempo possibile, e da un lato dimostra quanto sia stata importante la decisione di assicurarne l’operatività in un frangente simile, e dall’altro si configura come il luogo istituzionale appropriato -ancorché non esaustivo- nel quale il governo ha il dovere di rendere informazioni al Parlamento e al Paese su una vicenda così importante e delicata”.
Così in una nota Enrico Borghi responsabile Politiche per la sicurezza nella Segreteria del Pd.