“Dopo Nanni Moretti anche Gabriele Muccino è netto nel giudizio sul ministro Sangiuliano: ha messo in ginocchio il cinema italiano. Come Partito Democratico non abbiamo dubbi, dobbiamo costruire l’alternativa al governo Meloni, il governo più di destra nella storia repubblicana del nostro Paese che sta governando male e che nella cultura e nell’informazione ha un’unica politica: occupare tutto quello che si può occupare perché ossessionato dall’egemonia culturale della sinistra. Noi abbiamo bisogno invece del pensiero libero e non della censura o dell’autocensura”. Lo dichiara Sandro Ruotolo, responsabile Informazione e Cultura nella segreteria Pd, dopo lle critiche di Gabriele Muccino alla legge sul cinema dell’ormai ex ministro Sangiuliano.
Un fronte aperto in maniera plateale da Nanni Moretti, dal Palco del Festival del cinema di Venezia. Moretti, nel ricevere il premio per Ecce Bombo come miglior restauro, aveva affondato: “Ai colleghi produttori e registi vorrei dire che dovremmo essere più reattivi nei confronti della nuova pessima legge sul cinema”. Gabriele Muccino ha raccolto, prima con un post su Instagram, poi con un’intervista a La Stampa. Sui social il regista scrive. “Fino ad un anno fa, il cinema italiano stava vivendo un periodo di grande prosperità”, e qualche riga più sotto, causticamente: “poi è arrivato Sangiuliano“. La critica si appunta sulla revisione operata dall’ex ministro delle agevolazioni fiscali, quel tax credit, scrive Muccino, copiato da altri Paesi europei che stava funzionando come volano per le produzioni, per l’occupazione, per l’economia del settore, anche attraendo grosse produzioni estere.”Sangiuliano se n’è andato, non mancherà a nessuno, ma il danno è stato fatto”, chiosa il regista, augurandosi che il suo successore, Alessandro Giuli, nel rimettere mano alla disastrosa legge, dimostri “una lungimiranza, uno sguardo costruttivo verso il Paese”. Restiamo in attesa.