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Rosato: “Legge elettorale, ultima occasione per le coalizioni e la governabilità”

«È chiaro a tutti che c’è la necessità di fare una legge elettorale. Il Pd ha già fatto più proposte: dal Mattarellum, che resta il nostro sistema ideale, fino al modello tedesco affossato in Aula con il voto segreto nel giugno scorso. Ora questo nostro tentativo ha l’obiettivo di introdurre la maggiore dose di maggioritario possibile nelle condizioni politiche attuali». Il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato rilancia il cosiddetto Rosatellum, un misto di proporzionale e di collegi uninominali con soglia di sbarramento al 3%. Certo, la parte maggioritaria è minore di quella proporzionale (i collegi uninominali alla Camera sono 31 su 63o), ma è comunque un sistema che favorisce la governabilità più di un proporzionale semplice: «In un Parlamento in cui le forze proporzionaliste sono la maggioranza la convergenza su questo sistema sarebbe già un gran risultato». Una sorta di ultimo treno per razionalizzare i due sistemi esistenti prima della fine della legislatura, dunque. Ed è un sistema aggiunge Rosato che incentiva la formazione di coalizioni con un premio che è insito nei collegi Da qui l’appello alle forze della «sinistra di governo» che si stanno organizzando fuori dal Pd.

 

C’è la necessità di coinvolgere almeno una parte dell’opposizione. Guardate a Forza Italia?

«La nostra ambizione è naturalmente quella di coinvolgere tutti i grandi partiti, ma è evidente l’inaffidabilità del M5S, che prima ha affossato in Aula il proporzionale alla tedesca e ora dice di no alla nostra proposta rilanciando il proporzionale alla tedesca… Mi sembra che il dialogo con la Lega e con Forza Italia sia più proficuo, stiamo lavorando insieme già in queste ore».

 

In che modo il nuovo Rosatellum incentiva la formazione della coalizioni?

«I collegi uninominali, per loro natura, richiedono il maggiore sforzo possibile da parte delle forze politiche vicine per conquistare il seggio. Nella nostra proposta, inoltre, il voto è unico: sotto il nome del candidato nel collegio vi sono i simboli dei partiti che lo appoggiano. Questo significa che barrando il simbolo del partito scelto il voto va automaticamente al candidato comune e alla lista per la parte proporzionale. Una formula che rafforza la formazione della coalizione in modo trasparente, anche con l’indicazione di una proposta di governo da fare agli elettori».

 

A quale coalizione guarda il Pd?

«Il Pd si candida a governare il Paese contro una destra che si confonde con i populismi. Mi sento dunque di fare un appello alla sinistra di governo per l’unione delle forze. Il modello coalizionale che immagino con questa proposta parte dall’attuale maggioranza di governo».

 

Quindi anche l’Mdp di Bersani e D’Alema?

«Noi non siamo certo per escludere qualcuno. Il punto vero è costruire un programma di governo comune che vada nella direzione della crescita, dell’abbassamento delle tasse, della lotta alle diseguaglianze».

 

Una prima prova di possibile convergenza programmatica sarà a breve la legge di bilancio. Mdp ha già fatto delle richieste specifiche, tra cui la riforma del jobs act…

«Per noi la legge di bilancio deve mettere in sicurezza i conti pubblici, tenere bassa la pressione fiscale e spingere la crescita in atto con politiche mirate a investimenti e nuova occupazione. Perché fare una riforma elettorale che dia più stabilità alle istituzioni è certamente importante, ma la soddisfazione di questi mesi disegni più in economica è constatare che le politiche economiche impostate negli anni scorsi stanno dando i loro frutti. Per tornare a Mdp, non accetteremo forzature che tendano a fare della prossima legge di bilancio un programma elettorale. Sarebbe da irresponsabili».

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