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Rosato: “Le nostre preoccupazioni, più che liste e organigrammi, sono i problemi degli italiani”

Ettore Rosato, è stato Bruno Tabacci a salvare la lista «+Europa», Io candiderete?

«Tabacci ha dei meriti che vanno al di là dell’utilizzo delle firme del suo gruppo. Ma le nostre preoccupazioni, più che liste e organigrammi, sono i problemi degli italiani, le opportunità del Paese e come combattere in maniera più efficace la disoccupazione».

 

L’accordo con i Radicali si farà? E a che prezzo?

«Non c’è un prezzo, c’è un valore. Ma se alcune preoccupazioni dei Radicali sulla modalità della raccolta firme sono comprensibili, ricordo che stiamo parlando di numeri «Bruno ha dei meriti ma quella di Emma era una pretesa curiosa»

 

Sospetta che Bonino abbia cercato i riflettori?

«Non dico questo, dico che è una pretesa un po’ curiosa raccogliere le firme e poi scegliere la coalizione con cui allearsi. Non è proprio un segno di grande trasparenza nei confronti dei sottoscrittori».

 

I Radicali hanno detto che non si accontenteranno di «due o tre collegi, da Casalpusterlengo a Bagheria inferiore». Trattativa in salita?

«Il collegio di Casalpusterlengo mi sembra buono. Al di là della battuta, la discussione sui posti è sempre vivace tra le forze politiche e credo la faremo tutti con intelligenza».

 

ll Rosatellum è stato criticato persino dal vostro mediatore Piero Fassino, col senno di poi lo rifarebbe tale e quale?

«Dopo anni di discussione sul Porcellum, che tutti contestavano e che nessuno cambiava, questo è stato il compromesso possibile. Comunque le prime verifiche della Consulta hanno dimostrato che la legge regge».

 

Non teme che il Rosatellum vi farà perdere?

«Io sono un ottimista. Con questa legge guadagneremo più seggi che col proporzionale e diventeremo il primo gruppo parlamentare.

 

L’accordo con la lista Lorenzin è a rischio?

«Non vedo nessun pericolo. C’è solo una legittima preoccupazione di Rutelli, a cui Dellai ha già risposto sciogliendo ogni dubbio».

 

Per fermare il calo del Pd nei sondaggi, Renzi tirerà fuori la carta Gentiloni?

«Prima delle Europee ci davano moribondi e sappiamo come è andata. Ci confronteremo con i voti veri, mettendo in campo una squadra larga che comprende, oltre a Renzi, il premier, tanti ministri e tanti qualificati dirigenti».

 

Luigi Zanda riallaccerebbe i rapporti con Bersani. E lei?

«I nostri avversari non stanno a sinistra. Ora però facciamo la campagna elettorale, consapevoli che una sinistra senza vocazione di governo può dare uno scarso contributo alle battaglie sui diritti e sul lavoro».

 

Nei collegi sarà guerra con la lista di Grasso?

«Ognuno si presenta con la forza delle sue idee. Ma io richiamo Mdp a lavorare insieme per le Regionali, a partire da Lazio e Lombardia. Fare un regalo alla destra sarebbe incomprensibile».

 

 

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