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Rosato: “Ci sarà una mediazione. Sbagliato parlare di capolista bloccati”

Ettore Rosato, Grillo ha blindato l’accordone. O c’è il rischio che salti tutto?
 
«Siamo qui a lavorare anche il 2 Giugno perché non salti nulla e io sono ottimista, prevarrà l’interesse generale. Stiamo facendo una cosa veramente importante. Al di là di un contenuto che non è quello che volevamo, mettere insieme i quattro grandi partiti per condividere le regole è uno sforzo che nessun commentatore riteneva possibile».
 
E se un partito si sfila?
 
«O l’accordo tiene insieme le quattro forze, o non c’è. E il Pd ha la sua proposta in campo, che è il Rosatellum».
 
Veltroni rimprovera Renzi di riportarci indietro agli anni Ottanta, sbaglia?
 
«L’apprezzamento per Veltroni mi consente di dissentire su alcuni punti. Noi non diamo per perse le elezioni, il Pd ce la può fare a costruire un governo con forze di centrosinistra. Eravamo partiti dal maggioritario, ma Mattarellum e Rosatellum sono stati respinti da tutti, anche da Mdp».
 
Il salto al proporzionale non è uno storico cambio di paradigma, per chi diceva che la sera del voto bisognava conoscere il vincitore?
 
«Quello è finito il 4 dicembre, perché con due Camere nessun sistema elettorale garantisce la governabilità la sera del voto. Ma poi, se gli altri non vogliono una legge che non sia proporzionale, con che voti la approviamo?».
 
Decine di vincitori di collegio saranno scavalcati dai capilista del proporzionale?
 
«Queste decine di candidati vincenti e non eletti non esistono, saranno molto pochi. E siamo qui a lavorare perché non ce ne sia nessuno».
 
Non ha ragione Paola Taverna (M5S) quando dice che un sistema con i capilista bloccati è un «porcellinum»?
 
«capilista bloccati non sono tali, sono i 27 candidati che fanno la campagna nelle circoscrizioni nazionali. Eviterei conclusioni affrettate prima di vedere il testo finale. Ai voti corrisponderanno gli eletti e gli elettori sceglieranno il loro candidato».
 
È normale che la cartina dei collegi l’abbia disegnata il relatore e non il Viminale?
 
«Lele Fiano è straordinariamente bravo, ma si è avvalso dell’ufficio studi della Camera e non della sua abilità di geografo. Però i collegi saranno condivisi e conosciuti».
 
Andrete incontro ai grillini, che chiedono il voto disgiunto e non vogliono le pluricandidature?
 
«Troveremo una mediazione al rialzo, anche col M5S».
 
Il 5 per cento non si tocca?
 
«È un punto non più sindacabile. È quel pezzo di maggioritario che ha consentito alla Merkel con il 40% di avere il 49% dei seggi, perché i voti dispersi di chi non raggiunge il 5% vengono redistribuiti».
 
Puntate al gruzzoletto di voti di Alfano?
 
«Puntiamo a un premio che è implicito nel sistema».
 
Il premier batterà un colpo, come spera Bersani, o subirà le decisioni di Renzi?
 
«Bersani ha lasciato il Pd per sostenere il governo Gentiloni, poi il suo nuovo partito ha regolarmente votato contro, fin dal primo giorno. Una bella contraddizione».
 
Staccherete la spina a Gentiloni?
 
«Lui e Renzi sono amici. Io vedo molte chiacchiere, ma mai una incrinatura reale. Qualsiasi scelta verrà presa di comune accordo».

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