Beppe Grillo era rimasto fino ad allora immobile, seduto e impassibile. Poi lui, Ettore Rosato, presidente dei deputati democrat, durante il suo intervento ha puntato lo sguardo verso il loggione e lo ha invitato a rivolgere le sue accuse verso un altro Colle. Allusione al Campidoglio, dove il problema dei pentastellati non è fare l’opposizione ma amministrare. Battibecco, scaramucce, brusio. E un urlo dalle tribune: «Bravo…!».
Giornata piuttosto agitata, onorevole Rosato.
«Ormai sono tutte agitate».
Non capita tutti i giorni, però, di sentirsi urlare “bravo” da Grillo.
«Forse si è reso conto, nella sua ironia, che la politica è cercare soluzioni non solo urlare».
Lei dice?
«Ma… Forse comincia a pensarlo, comincia a pensare che non si può governare un Paese, una città o una regione con urla e slogan».
Sta dicendo che il ddl Lombardi è solo propaganda?
«C’è un tema vero che attraversa la nostra società ed è collegato alla crisi economica che stiamo atti aversando. Alle risposte che non arrivano o che sono poco forti, corrisponde una voglia di rivalsa, una richiesta di ridurre i costi della politica che noi facciamo nostra».
Fare politica comporta ormai un crescente discredito sociale.
«Ci sono le eccezioni, ma i migliori ormai non fanno più politica. E questo problema non lo risolviamo solo con il taglio delle indennità. C’è una richiesta di credibilità che passa attraverso il fare. Fare quello che si e promesso. Realizzare le cose che servono. Una politica che incida sulla vita delle persone è una politica che può tornare ad essere credibile».
Ciò non toglie che intervenire sui costi della politica sia cosa buona e giusta. C’è ancora tanto da tagliare.
«Questo governo e questo Parlamento lo hanno fatto più di chiunque altro in passato. Abbiamo cancellato il finanziamento pubblico ai partiti. Ricordo che nel 2002 era di 468 milioni di euro l’anno. Abbiamo ridotto i costi della Camera di 300 milioni di euro. Ma è la riforma costituzionale il vero strumento per ridurre i costi. Senza demagogia, rendendo il sistema più efficiente e dunque più economico».
Cosa risponde a chi dice che vi siete fatti scippare dai grillini la battaglia per tagliare gli stipendi?
«Noi cerchiamo di essere onesti con le persone. Avevamo tutta la volontà di discutere il merito della proposta. Ma il M5S non ne aveva alcuna voglia: il loro interesse è che tutto resti così com’è».
Sareste favorevoli a rendicontare anche voi le spese rendendole trasparenti sul web?
«Siamo favorevoli a fare tutte le cose che rendano più trasparenti le nostre spese. Ma non si parli di trasparenza a proposito dei 5 Stelle. Quel sito è una grande bufala. Ho citato in Aula gli emolumenti di Luigi Di Maio e abbiamo visto, dove era possibile vederlo, come superi gli emolumenti di molti parlamentari del Partito democratico. Ai quali tra l’altro compete l’onere di sostenere economicamente il partito».
Il ddl Lombardi ora tornerà in commissione Affari costituzionali. Non si parlerà più di tagli?
«Il M5S voleva ridurre la paga ai senatori. Noi li vogliamo cancellare. Quando non ci saranno più i senatori, non ci saranno più gli stipendi».
Però restate aggrappati al vitalizio e ad altri tanti piccoli privilegi sempre più insopportabili per i cittadini.
«Ormai i vitalizi ci sono solo per i vecchi parlamentari. Non per quelli che oggi siedono in Parlamento. Chiaro però che resta ancora molto da fare. Ci sarebbe piaciuto farlo con il M5S. Peccato che loro abbiano in mente tutta un’altra cosa».