“Sono molto cauto e prudente, voglio prima vedere bene i testi. Ma se finalmente, dopo mesi passati a dire ‘non si tocca nulla’, è caduto il totem dell’articolo 2, siamo di fronte a una novità importante”.
Così, in un’intervista al Corriere della Sera, Roberto Speranz>a ex capogruppo PD alla Camera ed esponente della minoranza, dopo l’apertura di ieri in Direzione da parte di Renzi, che ha fatto riferimento alla legge Tatarella.
“Se significa che il voto dei cittadini decide chi sono i senatori e poi i Consigli regionali ratificano la decisione, siamo di fronte all’elezione diretta che noi chiediamo”, spiega Speranza.
“Nessun diktat, ma di fronte a una Camera di nominati, dominata da un solo partito, è fondamentale restituire la parola ai cittadini, almeno al Senato. Se Renzi intende questo, e’ un fatto nuovo”, osserva ancora. Il premier parla di designazione, la minoranza di ratifica. La distanza si può colmare modificando solo il comma 5?
“Non sono affezionato ai commi, mi interessa che si riapra l’articolo 2 e si introduca la scelta dei cittadini come determinante. Aggiungo che l’elezione dei senatori diventa perfetta solo dopo la presa d’atto dei consigli regionali”. Per Speranza, quindi, se l’accordo regge “vince la Costituzione italiana. Il derby tra renziani e sinistra interessa relativamente.
I 28 senatori della minoranza non firmarono quel documento per sconfiggere Renzi a braccio di ferro, ma per costruire un forte momento di partecipazione dei cittadini. Speriamo che il principio sia assunto da tutto il Pd. In gioco c’e’ una cosa enorme come la Costituzione e quindi niente pasticci, o ambiguità”.