“Rispettiamo la decisione del presidente Pietro Grasso. Ma sulle riforme resta ancora un ostruzionismo pesante: in ogni caso il 13 ottobre è la data stabilita per l’approvazione”. Così, in una intervista al Corriere della Sera, il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini.
Dei 380mila emendamenti rimasti in piedi “bisogna capire ora quali e quanti saranno considerati inammissibili. Anche perché si è stabilito insieme che il sì finale alla riforma sia il 13 ottobre. Credo che durante il percorso in aula -sottolinea l’esponente dem- si debbano cercare soluzioni nell’attuazione delle disposizioni del regolamento”.
“Nel Pd -ricorda Guerini- si è raggiunta un’intesa sul tema. Si è deciso di coinvolgere i cittadini nella scelta dei nuovi senatori. E il presidente Grasso ha sempre auspicato che si trovasse un’intesa, prima della sua decisione. Ora l’intesa c’è”, ma, avverte il vice segretario del Pd, “non c’è nessuna trattativa in corso, non si può fare con chi ti ricatta. E poi Salvini ha detto che la riforma non è importante e che dobbiamo occuparci d’altro. Bene, faccia una telefonata a Calderoli e glielo spieghi: così ci aiuta a voltare pagina”.
“Abbiamo raggiunto un accordo con la minoranza su tre punti fondamentali: le funzioni del Senato, l’elezione della Corte costituzionale e il coinvolgimento dei cittadini nella composizione del Senato. Lavoreremo con tempestività per approvare la nuova legge ordinaria che traduca i principi inseriti in Costituzione. Certo, non è pensabile mandare le Regioni al voto nel 2018 prima della loro scadenza naturale”, conclude Guerini.