Quattro articoli per dare dignità ai fattorini delle piattaforme digitali, meglio conosciuti come Rider, quelli che compongono la proposta di legge presentata dal Partito Democratico.
L’obiettivo è assicurare adeguate condizioni retributive e di favorire il pieno rispetto della dignità, della salute, della sicurezza e della trasparenza nello svolgimento dell’attività lavorativa svolta mediante piattaforme digitali.
Il Pd propone di estendere l’obbligo assicurativo contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. In alternativa, così nella proposta, si può ricorrere a forme di assicurazione privata, a condizione che siano migliorative rispetto a quelle dell’assicurazione obbligatoria pubblica.
“Il Pd pensa sì ai lavoratori dipendenti, ma pensa anche ai nuovi poveri che sono privi di diritti”, sottolinea il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio.
E Deborah Serracchiani sottolinea che la proposta si muove nel solco tracciato dalla prima legge regionale del settore, quella voluta dal presidente della Regione Lazio, e segretario del Pd Nicola Zingaretti: “Sulla base di questa iniziativa – spiega Serracchiani – la nostra proposta di legge prevede 4 articoli per l’estensione delle tutele che consideriamo garanzie minime”
In particolare, oltre all’assicurazione sugli infortuni sul lavoro, poi, il responsabile della piattaforma digitale è tenuto ad assicurare il lavoratore dalla responsabilità civile nel caso di danni causati a terzi nel corso dello svolgimento dell’attività, strumenti di protezione conformi alla disciplina in materia di salute e sicurezza, provvedendo alle spese di manutenzione dei mezzi di lavoro.
Nel contratto di lavoro dovranno comparire clausole volte a garantire la protezione dei dati personali, come ad esempio, la disattivazione della geolocalizzazione dei lavoratori nelle fasi non attinenti il lavoro e la sospensione del servizio in caso di condizioni climatiche straordinarie.
L’articolo 3 della proposta di legge riguarda l’equità salariale, tema particolarmente delicato anche alla luce della decisione della piattaforma Glovo di passare da un sistema con salario minimo garantito e cottimo al cottimo tout court, come sottolineato dalla deputata Lia Quartapelle.
I responsabili delle piattaforme, dice la proposta dei dem, devono garantire una retribuzione oraria non inferiore ai minimi tabellari definiti dagli accordi collettivi di settore. Questi accordi sono sottoscritti dalle organizzazioni sindacali nazionali comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale.