“Il 24 gennaio di trentotto anni fa moriva a Genova Guido Rossa, operaio meccanico, sindacalista della Fiom-Cgil, iscritto al Partito Comunista Italiano.
Il giorno dopo «Il Secolo XIX» titolerà a tutta pagina: «Operaio dell’Italsider assassinato dalle Br. Aveva denunciato un complice dei brigatisti».
«Un gesto di coraggio di civile – dirà Luciano Lama durante le esequie – forse rimasto troppo isolato».
Ma quel giorno, a Genova, insieme al segretario del PCI, Enrico Berlinguer, e al Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, migliaia e migliaia di persone parteciparono alle esequie. Quel giorno, in quella fredda giornata di pioggia, tra le bandiere e gli striscioni dei compagni di Guido Rossa, cominciò a sgretolarsi il consenso e la simpatia di cui le Brigate Rosse godevano presso certe frange massimaliste del movimento operaio.
Rossa aveva denunciato un suo compagno di lavoro, visto mentre lasciava in fabbrica volantini delle BR. Non era stato l’unico a vederlo, ma fu l’unico a denunciarlo e a testimoniare al processo, facendolo condannare.
Quella testimonianza gli costò la vita, ma ha difeso la democrazia e l’ordine costituzionale. Ha costruito un argine insuperabile fra l’eversione di sinistra e la storia alla quale Guido Rossa apparteneva. Alla quale noi apparteniamo.
Guido Rossa è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile. Quella medaglia sta sulle nostre bandiere, quell’oro è la parte più preziosa della memoria del nostro Paese, quel valore è tuttora il valore fondante della nostra Repubblica”.
Così lo ricorda il ministro della Giustizia Andrea Orlando, sulla sua pagina Facebook.
Grandissima emozione nel ricordo di #GuidoRossa, nel 38° del suo assassinio per mano delle Br #Ilva Cornigliano pic.twitter.com/B3R56s5WUX
— Teresa Bellanova (@TeresaBellanova) January 24, 2017