“Il referendum crescerà nell’opinione pubblica e noi saremo impegnati in un porta a porta costante da qui a ottobre. Vedere Travaglio e Berlusconi insieme mi fa sorridere. Come pure Brunetta e Landini, Fassina e Meloni, e l’elenco potrebbe continuare. Ma considero più rilevante il patto tra i partiti: Cinque Stelle, Lega, Sinistra radicale e Forza Italia hanno stretto un patto di ferro contro la riforma perchè sanno che se passa l’Italia degli inciuci finisce sul serio. Diventiamo una democrazia dell’alternanza, scegliamo la stabilità, assumiamo il profilo di un Paese credibile. Finisce la stagione del diritto di veto e inizia quella del potere di voto”. Insomma, per il premier “sono terrorizzati. Togliamo una poltrona su tre ai soliti noti. E quelli che restano non possono più ricattare nessuno: ecco perché la sfida è tutta li”. Lo afferma Matteo Renzi in un’intervista al Foglio.
“Adesso siamo a un bivio: se passa la riforma, finisce il tempo degli inciuci. Se non passa, torniamo nella palude. E visto che tutti i cittadini dichiarano a parole di non volere la palude, io sono fiducioso che vinceremo bene. Ma se ciò non avvenisse, che resto a fare in politica? Non sono come gli altri, io. Se il referendum andrà male continuerò a seguire la politica come cittadino libero e informato, ma cambierò mestiere. Vuole uno slogan semplice? O cambio l’Italia o cambio mestiere”.
“Ho accettato una sfida che sembrava impossibile. Abbiamo riformato il diritto del lavoro e cancellato l’articolo 18: la conseguenza eè che ci sono 455.000 posti di lavoro in più di cui l’80% a tempo indeterminato. Abbiamo cancellato tasse odiose come Imu e Tasi prima casa, l’Irap e l’Imu agricole, l’Irap componente costo del lavoro. Dagli 80 euro al superammortamento, dal credito di imposta al sud fino agli inventivi del JobsAct abbiamo operato cambiamenti che erano attesi da anni. E potremmo continuare con la buona scuola, la legge elettorale, la riforma della PA, i soldi sulla cultura e la modalità di nomina dei direttori dei musei, la responsabilità civile dei magistrati, le unioni civili, il processo telematico, la dichiarazione elettronica. Tutte cose che giustificano ampiamente la scelta di far proseguire questa legislatura”.