Le tre priorità per il 2018? Lavoro, lavoro, lavoro. In quattro anni l’Istat fotografa un aumento dei posti di lavoro molto significativo: da 22 a 23 milioni. Ma a noi non basta.
Vogliamo aumentare la quantità. E vogliamo soprattutto migliorare la qualità del lavoro, specie dei più giovani.
Questa è la mia priorità, questa è la nostra priorità. Perché in troppi dicono che non importa il lavoro, che basta un reddito di cittadinanza, un reddito di dignità.
Non scherziamo! Niente assistenzialismo, per favore. Il lavoro è un diritto, ma anche un dovere. E sta alla base della nostra Costituzione non per caso. Poi ovviamente il 2018 ci porterà mille gioie e mille dolori. Il mio auspicio
è che questo meraviglioso Paese viva con leggerezza e umanità le tante sfide che avremo davanti.
Investire in cultura, nell’acquisto di un libro per un diciottenne o nell’abbonamento a teatro.
Scommettere sui volontari e sul terzo settore. Allargare i diritti. Sono tutti pezzi di una strategia che vuole definire un nuovo umanesimo per l’Italia che verrà. Ne avremo bisogno noi, ne avrà bisogno l’Italia.
Benvenuto 2018: ti accoglieremo con il sorriso di chi sa di essere fortunato perché essere italiani è uno straordinario privilegio.