La coalizione invisibile e inquietante, quella che formalmente non c’è e che pure potrà condizionare l’Italia e l’intera Europa: è la coalizione di Salvini e dei 5Stelle, uniti dallo stesso piglio violento e populista, dalla volontà di mettere in discussione l’euro con un referendum, dall’atteggiamento demagogico e xenofobo sull’immigrazione, dalla irresponsabilità sui vaccini, dalle fake news che avvelenano il Paese.
Matteo Renzi a Milano, alla convention “Il Futuro si chiama Stati Uniti d’Europa“, organizzata dagli eurodeputati Pd, denuncia quella che definisce “la fake news più grande”: «Attenti amici del partito popolare europeo – avverte nell’intervento conclusivo – perché la vera fake news italiana è quella che dice che la destra in Italia è guidata da una coalizione moderata. Non è vero: la destra italiana non è guidata dai popolari europei ma dai populisti europei! Ogni voto dato a quella destra allontana l’Italia dell’Europa. È quella destra che propone in Lombardia un candidato che parla di razza bianca. E se in Italia c’è una coalizione vera è quella che mette insieme i due populismi: 5stelle e Lega».
Tutto il ragionamento politico di Renzi è percorso da un duplice filoso rosso: il rischio e l’opportunità. Cita uno dei pensatori più importanti del panorama europeo: Sergio Fabbrini che ha ammonito sul fatto che le prossimi elezioni saranno cruciali come appunto quelle del 1948, quando l’Italia, col voto delle elezioni politiche, scelse implicitamente se stare con l’Alleanza Atlantica protetta dagli Stati Uniti o col Patto di Varsavia sotto l’egida dell’Unione Sovietica.
«Fabbrini – dice Renzi – ha scritto che la posta in gioco delle elezioni del 4 marzo è davvero la più importante. Noi siamo abituati a dirlo sempre, lui lo dice questa volta». Allora l’esito del voto «permise all’Italia di restare nel fronte occidentale» ha ricordato il segretario Pd, oggi queste elezioni decideranno «se l’Italia continuerà ad essere elemento chiave dello sviluppo europeo o se invece sceglierà una strada diversa», affidando le sorti a personaggi come Salvini e Grillo e ai loro alleati europei come Farage e Le Pen.
Per Renzi gli Stati Uniti D’Europa sono un grande orizzonte e una grande opportunità. Chi minaccia questo orizzonte, “è proprio l’assenza di politica – spiega il segretario dem – il fatto che le regole siano scritte senza un processo democratico, come un manualetto di istruzioni. Tutti dicono che la politica è la causa di tutti i mali. Noi siamo diversi: l’Europa è un crocevia di trasformazioni epocali, se non c’è la buona politica, vinceranno gli interessi settoriali e gli egoismi».
E perché ci sia politica, «c’è bisogno di democrazia. È un’enormità che chi decida sui bilanci non abbia un soggetto a cui renderne conto». Perché oltre ai populisti, a minacciare la costruzione europea per Renzi sono anche i tecnocrati: «Quando in Spagna dopo le elezioni non si riusciva a formare un governo e restava in carica il governo Rajoy, tutti a dire che la Spagna cresceva, che l’economia non aveva bisogno della politica. Eppure i tecnocrati sono pericolosi quanto i populisti, perché poi si è visto che il problema della Catalogna è esploso nel momento in cui la politica si è tirata indietro».
«Se i cittadini hanno smarrito la fiducia nell’Europa – sostiene – è perché l’hanno vista immobile. Quando discutevamo quattro ore per come modificare una virgola, la prima volta che mi misi a sedere lì credevo fosse ‘Scherzi a parte’… Se riusciremo a dare all’Europa la dimensione della politica, il futuro dell’Europa non sarà un sogno».
Da qui le proposte di Renzi di arrivare all’elezione diretta del presidente della Commissione Ue; il sostegno alla proposta di un’Europa sociale, il lancio di una grande children union contro la povertà educativa, la volontà di arrivare ad un bilancio federale, agli eurobond, al ministro europeo delle Finanze. Proposte che fino a qualche tempo fa erano portate avanti «solo dall’Italia, nel deserto», sottolinea il segretario, e che ora invece vedono l’apertura da parte di Francia e Germania e sono opportunità concrete.
Ecco perché il tema dell’Europa è centrale nella campagna elettorale italiana, perché «la sfida sarà tra chi crede negli Stati Uniti d’Europa e chi crede nella Padania e nelle scie chimiche».
«In Italia – ironizza Renzi facendo riferimento alle capriole politiche di destra e 5Stelle – abbiamo i no euro, i boh euro che cambiano idea tutti i giorni, e i sì euro ma abbiamo soprattutto bisogno di chiarezza. Noi abbiamo una idea chiara per l’Europa. Speriamo l’abbiano anche gli altri…».
Certo, riflette Renzi, «l’Europa fin dall’inizio è stata una costruzione che è sembrata tecnocratica. Si partì da punti concreti, il carbone e l’acciaio, ma i padri fondatori lo fecero con una visione. Il carbone e l’acciaio del prossimo futuro, saranno la cultura e i diritti. Su questo si fonderà la nostra Europa. Andiamo a vincere!».
Giovanni Belfiori
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