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Renzi: combattere l’odio a tutti i livelli è la priorità del nostro tempo

“C’è la necessità di combattere l’odio, a tutti i livelli. È la priorità del nostro tempo, perchè certi episodi squartano l’anima dal dolore e dalla disperazione. Odio che a volte parte dalle forme più banali, piccole se volete, dei social, dal rifiuto dell’altro, e che in alcuni casi arriva alla violenza vera e propria. Un odio che non ha un colore definibile in modo univoco. Questo è l’odio di chi uccide i nostri connazionali perchè non sanno il corano, e fa venire i brividi, un odio che prende anche le sembianze di un cecchino a Dallas e di chi, estremista, uccide un ragazzo di colore scappato da Boko haram nella Marche”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso di una conferenza stampa a Varsavia, dove si svolge il summit Nato.

 

Sicurezza. “Siamo soddisfatti per i risultati del vertice di Varsavia, rispetto a ciò che la Nato aveva discusso in Galles possiamo dire che le cose vanno un po’ meglio. Il fatto stesso che il vertice Nato si svolga a Varsavia da’ il senso di cosa è accaduto in tutti questi anni. L’idea di utilizzare espressioni come ‘guerra fredda’ è fuori dalla realtà. Abbiamo bisogno di rispetto e dialogo e del massimo impegno per rendere più sicuro il nostro Pianeta. Significativi passi in avanti sono stati fatti in Iraq, dove l’Isis sta indietreggiando ma non impedisce che ci siano attacchi terroristici in varie parti del mondo, ma il dato di fatto sul territorio è che le forze irachene sono più forti. Le cose vanno un po’ meglio in Siria e anche in Libia, dove c’è un governo che prima non c’era, e il ruolo politico dell’Italia è significativo. Ci viene chiesto di continuare – ha aggiunto – il lavoro che stiamo svolgendo in Afghanistan. Il governo condivide questo impegno perchè lo ritiene strategico”. Renzi ha precisato che “la richiesta è quella di mantenere la situazione attuale, che è stata lievemente aumentata negli ultimi mesi a seguito del disimpegno degli spagnoli. L’Italia però è un punto di riferimento rilevante e significativo nel training, ad esempio delle forze iracheni, ma non solo”.

 

Europa. “C’è chi immagina che quando l’Italia parla con gli altri partner europei lo faccia perché è sotto osservazione. Si fa invece per arrivare a trovare delle soluzioni. La mia chiacchierata con la Merkel è stata un ‘follow up’ dell’incontro di Berlino. È fondamentale non lasciar cadere la grande questione del rilancio dell’Europa, questa è stata la priorità dei nostri colloqui. Continueremo a lavorare insieme per arrivare all’appuntamento di Bratislava con idee e proposte”.
Sul sistema bancario e dei mercati dopo Brexit “la mia posizione è uguale a quella di Padoan e del governatore Visco, non ho nulla da aggiungere. Con l’Europa non c’è un problema italiano ma singole situazioni aperte per mille motivi. Quindi, di conseguenza, tali situazioni vengono seguite come è doveroso sia, da un gioco di squadra cercando di risolvere i problemi prima che accadano. L’obiettivo è evitare problemi agli italiani e ai correntisti. C’è il pieno supporto degli altri partner europei, ne ho parlato anche con Juncker”.

 

Situazione italiana, referendum costituzionale. “Il referendum è sulla riduzione dei parlamentari, sui poteri delle Regioni, su una sola Camera che da’ la fiducia e non due. Soltanto in Italia e in altri Paesi continuiamo ad avere un sistema di bicameralismo perfetto. Chi vota sì riduce i parlamentari, chi vota no lascia le cose come sono e lascia in Parlamento un ping pong costante. Chi vota sì aumenta gli strumenti di partecipazione popolare, anche abbassando in alcuni casi il quorum del referendum. Non c’è un’alternativa”, ha aggiunto. “Abbiamo il Parlamento più costoso e contorto di tutti i Paesi Nato. E’ un fatto positivo che si permetta agli italiani decidere se dire sì e cambiare o dire no. Non vorrei che alla fine in Italia qualcuno, convinto di votare per un’altra cosa, il giorno dopo rischia di svegliarsi con un risultato che poi non recupera più, in questa riforma i pesi e contrappesi sono garantiti. L’impegno sul referendum l’ho già messo, portare il Parlamento a fare questa riforma non è stata la cosa più semplice. Era difficile arrivare a questo accordo: abbiamo impegnato tutto il nostro capitale politico per votarlo. In questa partita ormai non posso più fare molto, posso dire agli italiani di decidere”, ha aggiunto.

 

Italicum. “Se uno hai i numeri in Parlamento la legge elettorale può cambiarla, non così il referendum”, osserva. “Io penso che l’Italicum è una buona legge elettorale”, conferma il premier. “De Benedetti fa delle riflessioni anche interessanti sul rischio che possano vincere altre forze politiche sul ballottaggio, ma è un rischio che sta nel gioco democratico”, osserva il presidente del Consiglio. “E’ un tema nella disponibilità del Parlamento. Non apro più bocca. Leggo di sondaggi parlamentari che sono disponibili a cambiarla, ma come? A me pare di non vedere una maggioranza. Qualcuno dice Mattarellum, ma quando è stato proposto non c’erano i numeri. Se si vuole discutere bene, non ci sarà nessuna pressione da parte mia”, conclude.

Il Presidente Matteo Renzi al Vertice Nato a Varsavia,8 e 9 luglio 2016 – Video.

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