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Renzi: “Abbassare le tasse non è di destra o di sinistra. Abbassare le tasse è giusto”

“Un segno che l’Italia ha un grande futuro, rappresentato dalla qualità che ha sempre rappresentato il nostro paese”. Lo ha affermato il premier Matteo Renzi, dopo aver avviato il nuovo impianto di rotoforgia all’Abs (gruppo Danieli) a Cargnacco (Udine). “Lavoriamo – ha proseguito, parlando ai giornalisti – perché l’Italia riparta. Tutte le polemiche politiche ideologiche, le discussioni, i dibattiti, si fermano di fronte ai 230 milioni di un investimento che la Danieli ha fatto, nuovi posti di lavoro. Dal Friuli un messaggio per il paese che si rimette in moto”.

“Il dibattito in questi anni troppo spesso è stato uno scontro tra fazioni, tra componenti di partito, dove ognuna voleva distruggere l’altra. Lo dico da segretario. Ma c’è un momento in cui prima di tutto viene l’Italia e il compito prima di dividersi e’ trovare il bene comune”.

“Sto leggendo in questi giorni la discussione se abbassare le tasse sia di destra o di sinistra. Abbassare le tasse è giusto. Punto. Ognuno dice la sua. Poi – ha aggiunto – si andrà alle elezioni e con la prossima legge elettorale si saprà chi ha vinto o perso. Ma fino al 2018 anziché parlare di valore ideologico, la questione e’ che gli italiani hanno pagato troppe tasse”.

“Alla faccia di chi dice che c’è un uomo solo al comando, dico che la sfida la vinciamo insieme. Io so quali sono le mie responsabilità. Vado avanti come un treno, non ho paura: posso perdere le elezioni – ma non preoccupatevi, le vinciamo – ma non la faccia. Vado avanti senza arretrare di un centimetro”.

“Ai gufi diciamo che i risultati sono il segno più forte e bello che possiamo ripartire. Dopo anni col segno meno, quest’anno il Pil sarà allo 0,9%: e’ ancora poco rispetto a quello che deve fare l’Italia, perciò non dico che le cose stanno andando bene ma stanno andando meglio”.

“Sulla scuola e sul merito o siamo in grado di investire o le prossime sfide le perdiamo. La scuola italiana – ha proseguito – è molto meglio di quello che raccontiamo. Non ne posso più del piagnisteo e del vittimismo sugli italiani che non sono in grado di fare le cose. Vanno invece aiutati a fare meglio, e la scuola va messa su questa prospettiva”. Renzi ha quindi sfidato “tutte le aziende a considerare la scuola non solo di proprietà di chi ci lavora, ma dei nostri figli. Oggi abbiamo invertito l’ordine. Prima i soldi si spendevano male, oggi abbiamo messo tre miliardi di euro in più ma e’ importante – ha concluso – buttarci l’attenzione di tutta la società”.

“Sulla burocrazia non ci siamo ancora, ma la legge approvata ad agosto consente di semplificare. La legge è stata fatta – ha aggiunto – ma va attuata. Legge sulla PA è ottima, ma dipende da come l’applicheremo. Lo Stato, quando va alla conferenza servizi dovrà parlare con una sola voce, finora e’ una specie di terapia di gruppo dove ci si addormenta, sembra – ha concluso – una riunione degli alcolisti anonimi”.

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