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Renzi a Tokyo: la cultura sia argine al terrorismo

“Italia e Giappone condividono valori culturali ma anche valori strategici a livello economico e di visione geopolitica”. Matteo Renzi sottolinea l’intesa tra Italia e Giappone al termine dell’incontro con il primo ministro giapponese Shinzo Abe. “Apparteniamo al G7 e al G20 – sottolinea Renzi – e condividiamo spesso valutazioni ed è importante continuare in questa direzione”.

 

Il video della conferenza stampa di Abe e Renzi

 

“La cultura deve essere argine alla violenza che viene dal terrorismo e l’Italia vuole giocare un ruolo da protagonista”. Cosìil presidente del Consiglio, intervenendo all’Università delle Arti di Tokyo.

 

“Non voglio sottovalutare l’importanza dei valori economici -ha affermato- ma il nostro tempo non può limitarsi a considerare soltanto gli aspetti economici. Ce ne accorgiamo quando i nostri valori vengono messi in discussione dal terrorismo che colpisce ovunque e non lascia nessun territorio indenne”.

 

“Negli ultimi mesi il terrorismo internazionale ha colpito simboli legati a luoghi culturali: il museo del Bardo di Tunisi, l’Università in Kenya, le scuole di Peshawar, l’attentato a Parigi alla redazione di un giornale simbolo della libertà di stampa, per arrivare agli attentati religiosi contro i cristiani in Africa o le sinagoghe di Bruxelles o di Copenaghen. I terroristi colpiscono i luoghi delle nostre identità. E’ come se individuassero la cultura come il nemico e l’avversario. E’ come se dicessero: ‘Vorremmo farvi morire come piace a noi, ma non riuscendovi il nostro obiettivo è farvi vivere come vogliamo noi, nella paura e nell’inquietudine’. Per questo è fondamentale investire su un diverso rapporto tra cultura e politica”.

 

Così Matteo Renzi, nella lecture all’Università di Tokyo, chiama alla difesa del patrimonio culturale: “è fondamentale investire in un diverso rapporto tra la cultura e la politica, un argine alla violenza dal terrorismo. E l’Italia vuole essere protagonista: nei giorni scorsi abbiamo affermato come con la leadership dell’Unesco tutti i paesi di buona volontà possono combattere contro il rischio di devastazione del patrimonio culturale e tre giorni fa a Milano 100 ministri della cultura si sono riuniti per lanciare la proposta Unesco dei caschi blu della cultura”.

 

“Bisogna avere il coraggio di dire che la cultura non è solo il passato. Sono stato sindaco di Firenze. Vi garantisco che alzarsi e andare a lavorare ogni giorno nei luoghi in cui avevano camminato Leonardo e Michelangelo e che era stata la sede di lavoro di Machiavelli era impressionante. Mi sembrava impossibile pensare che quel passato potesse essere migliorato. Però voglio richiamare le parole di Leonardo: ‘Tristo è quel discepol che non sorpassa il suo maestro’. Questo è ciò che avvenne con Cimabue e Giotto. E’ la spinta del cuore dell’artista quella che muove a cercare di fare meglio di colui che ti ha insegnato”.

 

Successivamente, il premier ha incontrato la comunità italiana presso la residenza dell’ambasciatore italiano in Giappone. “Il nostro Paese deve tornare a essere un punto di riferimento nel mondo”, ha detto il premier, sottolineando come “spesso siamo noi italiani che guardiamo a casa nostra il Paese in modo più rassegnato, un po’ troppo legato al piagnisteo, mentre nel resto del mondo è un riferimento. Stiamo cercando di fare tutto quello che serve per toglierci di dosso i problemi che pure ci sono stati. Rendere la vita del nostro Paese più leggera e libera è una priorità: queste sono le riforme costituzionali, istituzionali, della P.A. che al massimo approviamo giovedì mattina, una bella novità”. Quanto ai rapporti con il Giappone, Renzi ha evidenziato la “voglia di investire molto di più, come sul turismo per il quale contiamo su 2,7 milioni di presenze, che ci rende il primo paese in Europa per accoglienza”.Il presidente del Consiglio ha poi ricordato come “l’export sta crescendo con un +4,1% nei primi 4 mesi, un segnale importante, ma abbiamo bisogno di sottolineare con più forza tutto quello che possiamo fare per il nostro Made in Italy”.

 

“L’Italia deve smettere di pensare che la globalizzazione sia un problema”, ha detto il premier, secondo il quale rappresenta, invece, “una grandissima opportunità. Abbiamo come export circa 500 miliardi che è poco meno di un terzo del Pil. Se facessimo un aumento sull’export pari a quello che ha fatto la Germania dopo le riforme, che è al 48%, saremmo a 350 miliardi in più. Il nostro è un progetto meno ampio, puntiamo ad avere in 10 anni 300 miliardi in più ma abbiamo bisogno di un sistema paese solido”. Inoltre, secondo Renzi, “se da un lato dico tiriamoci su le maniche, smettiamo di lamentarci perché l’Italia è un grande paese, devo anche dire che la nostra grandezza deriva dai valori culturali. Il punto chiave non è solo l’aspetto economico: da un lato c’è un atteggiamento mentale, bisogna smettere di piangersi addosso e tirarsi su le maniche. Questo vale in tutta Italia e in particolar modo in questo momento nel Mezzogiorno, che ha delle potenzialità inespresse ma che fatica di più. Il governo deve fare la sua parte ma serve il coraggio di mettersi in gioco, quindi il primo approccio è mentale da parte di ciascuno di noi”.

 

Qualche ora prima dell’incontro con la comunità italiana, Renzi aveva pubblicato su Facebook l’invito a “voler bene all’Italia” e finirla “con i piagnistei”. “Il Giappone – ha scritto- è per noi un Paese amico e partner, innamorato dell’Italia e degli italiani. Se ci guardassimo con lo stesso sguardo d’affetto con cui ci guardano i giapponesi avremmo più fiducia nei nostri mezzi: ci servono meno piagnistei è più voglia di rimboccarci le maniche”.

 

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