“Il 4 dicembre saremo di fronte ad una scelta molto importante per il nostro Paese: da una parte c’è il cambiamento, il futuro e il nuovo corso per un’Italia più dinamica, snella, con meno burocrazia e con i ruoli e le competenze delle Regioni finalmente chiari; dall’altra parte c’è lo status quo, con le navette delle leggi tra Camera e Senato, i quasi 600 giorni per approvare una legge, il CNEL (che in decenni ha prodotto poco e nulla) e l’attuale confusione delle competenze tra Stato e Regioni.
Vorrei anche rassicurare chi crede che Sindaci e rappresentati delle Regioni svolgeranno un doppio lavoro: non è così. Rapportarsi con lo Stato è naturalmente parte del lavoro dei Sindaci e dei Presidenti delle Regioni. Già oggi siamo chiamati a Roma per incontri istituzionali, per dialogare con gli organi dello Stato, ma soprattutto per perorare la causa del proprio territorio. Chi svolge e ricopre un ruolo di governo locale sa perfettamente che si rappresentano cause e territori ovunque si vada.
La rappresentanza delle Regioni al Senato sarà importante anche in chiave europea. Il 75% delle leggi derivano dalle discussioni e dalle direttive dell’Europa: finalmente avremo un luogo dove i territori potranno valutare queste leggi e suggerire opportune modifiche prima della ratifica.
Chiariamo un altro punto: non godrà di alcuna indennità aggiuntiva chi diventerà senatore. Ci sarà una riduzione per i consiglieri di Regione, pari a quella del Sindaco del capoluogo regionale.
Votare sì il 4 dicembre significa scegliere meno burocrazia e meno poltrone per vivere in un Paese al passo con il resto d’Europa #Bastaunsì“.
Lo scrive Debora Serracchiani sul suo profilo Facebook, dopo essere intervenuta su Radio1 Rai sui temi della riforma costituzionale.