Le modifiche all’Italicum possono partire prima di dicembre, con “correzioni significative, ma mirate” e “spero che ci sia un ripensamento da parte della minoranza”: il ministro Dario Franceschini – intervistato dal Corriere della Sera – chiede un Sì al referendum: “questo tempo richiede leader più forti, non più deboli”.
Del No di Bersani “la cosa che mi addolora di più – afferma – è che arriva alla vigilia di una Direzione nella quale, come annunciato da tempo da Renzi, ci sarà un’apertura sulla legge elettorale. Ma evidentemente si è voluto mettere tutti di fronte al fatto compiuto”.
“Io – aggiunge – sono stato il primo nella maggioranza a dire che l’Italicum si può migliorare. Ho proposto il premio alla coalizione, perché evita che si formi un listone del centrodestra a guida estremista Salvini-Meloni. E perché consente di avere un Pd come asse portante, valorizzando lo spazio a sinistra e al centro”.
Sulla riforma costituzionale, secondo Franceschini, “c’è un processo di rimozione collettiva. Per anni abbiamo chiesto il superamento del bicameralismo e il rafforzamento dei poteri del premier. Fiumi di parole. E peraltro questa riforma non modifica i suoi poteri”, neanche nell’incrocio con la legge elettorale, “anche perché a eccezione dei capilista, gli altri sono eletti con le preferenze”. Lei si presenterà per il dopo Renzi? “Sono fantasie da retroscenisti”, conclude.