Parte il reddito di inclusione (REI), la prima misura nazionale e universale di contrasto alla povertà messa in piedi da un governo nel nostro Paese.
Si tratta di un provvedimento fortemente voluto dai governi Renzi e Gentiloni, poiché itemi della solidarietà e della crescita sono sempre stati prioritari nella nostra agenda politica.
Il reddito di inclusione non è una mancia o un’elemosina, ma uno strumento per sostenere chi si trova in difficoltà, aiutandolo a superare la fase più difficile.
La legge di lotta alla povertà che prevede il REI, non è improntata a una visione economicista né tanto meno assistenzialistica, ma ad un approccio che ha come obiettivo la dignità delle persone. Si tratta della prima forma strutturale di reddito di inclusione per la popolazione in età lavorativa che non abbia mezzi per condurre un livello di vita dignitoso.
Reddito di inclusione: requisiti
Il REI è stato studiato per le persone in povertà assoluta.
Come comunicato dall’Inps, al 2 gennaio 2018 le domande presentate dal 1 dicembre 2017 erano state già oltre 75mila in tutta Italia. Almeno all’inizio, nell’attribuzione del sussidio avranno la precedenza famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a quattro mesi dal parto e over 55 disoccupati. Ma grazie alle risorse destinate dalla legge di bilancio 2018 alla nuova misura, vi potrà essere un ampliamento della platea beneficiaria. La legge Bilancio ha rafforzato infatti la dote del Fondo per la lotta alla povertà per 300 milioni di euro nel 2018, 700 milioni nel 2019, 665 milioni nel 2020 e 637 milioni a decorrere dal 2021.
Il REI è incompatibile con la fruizione della Naspi o di altri ammortizzatori sociali da parte di qualsiasi componente della famiglia.
Il nucleo familiare deve avere un valore di Isee in corso di validità non superiore a 6.000 euro e un valore dell’Isre (indicatore reddituale dell’Isee) a fini REI non superiore a 3.000 euro.
Oltre alla casa di abitazione, non si potrà avere un patrimonio immobiliare superiore a 20.000 euro e uno mobiliare superiore a 10.000 euro (in caso di tre componenti).
Possono chiedere il reddito di inclusione i cittadini dell’Unione europea o gli extracomunitari con permesso di lungo soggiorno purché risiedano in Italia in via continuativa da almeno due anni al momento di presentazione della domanda.
La verifica dei requisiti
I Comuni consegneranno le informazioni contenute nelle domande all’Inps entro 15 giorni dalla ricezione della domanda.
L’Inps verifica se chi richiede il REI è davvero in possesso dei requisiti e risponde entro cinque giorni.
In caso di esito positivo, l’Inps riconosce il REI e chi ha fatto domanda dovrà firmare il progetto personalizzato.
Reddito di inclusione: importo e utilizzo
L’importo del REI arriva aun massimo di 534 euro mensili (6.408 euro l’anno).
L’Inps eroga l’importa attraversa la carta REI che non è altro che una carta acquisti, una sorta di banconat che consente prelievi di contante anche entro la metà dell’importo massimo attribuito. La carta si ritira negli uffici delle Poste.
Come specificato anche dall’Inps, il REI, sarà erogato per un massimo di 18 mesi. Lo si potrà rinnovare per non più di 12 mesi, solo dopo che siano passati sei mesi dalla fruizione della prestazione.
Reddito di inclusione personalizzato
La legge di contrasto alla povertà non prevede solo la novità del reddito di inclusione, ma una riforma organica e strutturale del sistema delle politiche sociali che risponde a principi di equità e di efficacia nell’accesso e nell’erogazione delle prestazioni.
Una equipe di esperti per le famiglie in difficoltà
I progetti di inclusione sociale divengono, così, personalizzati per il nucleo familiare e seguiti da una struttura costituita dagli ambiti sociali territoriali più vicini al soggetto coinvolto, con la partecipazione anche degli altri servizi interessati.
I progetti sono predisposti da una équipe multidisciplinare, in collaborazione con le amministrazioni competenti sul territorio in materia di servizi per l’impiego, la formazione, le politiche abitative, la tutela della salutee l’istruzione.
L’impegno di chi ottiene il reddito di inclusione
La famiglia beneficiaria del REIha la responsabilità di seguire il progetto personalizzato, pena la decurtazione o la decadenza dalla prestazione.
Il nucleo familiare che riceve il sostegno finanziario attraverso la carta REI deve, quindi, assumersi un impegno, che può essere semplicemente quello di mandare i figli a scuola e impegnarsi attivamente a cercare un posto di lavoro, con il sostegno e l’aiuto delle strutture sociali.
Politiche di inclusione attive, non misure di emergenza
Con questo provvedimento, quindi, l’Italia chiude definitivamente il periodo delle sperimentazioni nella lotta alla povertà e abbandona l’approccio di tipo emergenziale, per arrivare alla prima misura a sostegno e inclusione delle persone in situazione di povertà assoluta, in linea con quanto avviene nel resto d’Europa.
Modulo per reddito di inclusione
Scarica qui la domanda di Reddito di Inclusione
Quanti sono i poveri in Italia. I dati Istat
L’Istat stima che, nel 2015, le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta
siano pari a 1 milione e 582 mila e gli individui a 4 milioni e 598 mila.
Per saperne di più…
“Via libera al Reddito di inclusione, una misura contro la povertà”