“Le promesse del Movimento 5 Stelle agli italiani si sono rivelate non solo false, ma addirittura una presa in giro. Le cittadine e i cittadini che commentano la pagina Facebook ‘Inps per la famiglia’ hanno provato sulla loro pelle le bugie pentastellate. Di Maio si vergogni”. Lo dichiara Debora Serracchiani, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Lavoro.
“Chi ha chiesto la fiducia agli elettori proprio sull’erogazione del reddito dovrebbe chiedere scusa. Donne e uomini in situazione di indigenza hanno scoperto sulla loro pelle che – sottolinea Serracchiani – i 780 euro al mese tanto sbandierati si sono rivelati solo pochi spiccioli, altro che abolizione della povertà“.
“Tra tutte le promesse disattese, come l’aumento dell’Iva, quella sul reddito è di sicuro la più odiosa, perché, in assenza di serie politiche occupazionali, toglie la speranza di futuro. Il movimento 5 Stelle – conclude Serracchiani – sta creando una pericolosa voragine tra istituzioni e cittadini che avrà conseguenze sulla tenuta sociale del Paese”.
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“Illudere i cittadini non è mai bene. Farlo sulla pelle delle persone che si trovano in difficoltà economica è ancora peggio. Dire bugie come ‘abbiamo abolito la povertà’ si rivela un boomerang verso il ministro Di Maio e le sue mirabolanti promesse”. Lo ha detto il capolista delPdnel Nord-Over per le elezioni Europee, Giuliano Pisapia.
“I richiedenti il reddito di cittadinanza amaramente scoprono come gli importi di cui beneficeranno risulteranno inferiori a quelli erogati con il reddito di inclusione, istituito nella scorsa legislatura. L’ennesima figura per un esecutivo che illude gli italiani, sfrutta le difficoltà economiche per guadagnare consenso elettorale attraverso promesse mirabolanti”. Pisapia ha chiosato dicendo che “con la rivolta social verso Inps si dimostra come le fake news abbiano veramente le gambe corte”.
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“I dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro presentati oggi ci dicono una volta di più che il lavoro nero e il sommerso sono una vera emergenza per il nostro Paese, da smantellare non solo con i controlli ma soprattutto con una battaglia culturale per la legalità e i diritti dei lavoratori, e con il taglio del cuneo fiscale”. Così la vice capogruppo delPDalla Camera, Chiara Gribaudo, commentando i dati diffusi dall’Inl.
“Ieri – aggiunge la deputata Dem – abbiamo letto, sulla pagina Facebook dell’Inps, commenti lasciati con leggerezza di chi dichiara di lavorare in nero o di avere figli che lo fanno, chiedendo come funziona il reddito dicittadinanzain questo caso. La stessa sottosegretaria Castelli ha parlato del nero e del reddito come due alternative, senza capire che il lavoro nero talvolta è ritenuto talmente ‘normale’ che nessuno cerca un’alternativa: il basso tiraggio del Rdc rispetto alle attese lo dimostra.
Finché ci saranno condoni di ogni tipo anziché destinare risorse agli ispettorati – conclude Chiara Gribaudo – finché non sarà dato più ascolto alle parti sociali e abbassate le tasse sulle buste paga, il lavoro nero non sarà sconfitto”.