“La digitalizzazione della pubblica amministrazione: è questo un punto che senza il Recovery fund sarebbe impossibile“. Lo sostiene Enzo Amendola, ministro degli Affari europei, intervistato dal Corriere della Sera.
“Negli anni 60 – spiega – il boom ebbe come simbolo l’autostrada del Sole: era l’Italia che si univa, anche materialmente. Oggi l’autostrada del Sole dev’essere digitale, di cui va rifatto il disegno: va di nuovo unito il Paese, con più servizi per cittadini e imprese. Va ribaltato il rapporto fra Stato e cittadini“.
“Gli imprenditori, le persone comuni – osserva – non dovranno più rincorrere decine di uffici diversi. Tutti i servizi devono diventare raggiungibili al computer o tramite una sola app. Digitale e ambiente sono i due pilastri dell’intero progetto”.
Ma sul 5G chiarisce: “C’è un tema di sicurezza. I dati sono il nuovo petrolio, i dati degli italiani sono la proprietà intellettuale del Paese. Dunque mi auguro che non solo l’Italia, ma l’intera Europa, sia molto più rigida”.
“Non ho mai messo in discussione i rapporti commerciali e di scambi con la Cina, ma sulla sicurezza – sottolinea – non si possono fare compromessi”.
“Se si parla di autorizzazioni sul 5G a imprese cinesi, o di qualunque altro Paese, si pone una questione di sicurezza nazionale. E di sovranità, come dice il presidente francese Emmanuel Macron. Questi sono temi che un Paese come il nostro tratta con gli alleati europei e atlantici, non con altri”.
E alla domanda: dunque niente aziende cinesi nel 5G italiano? Amendola risponde: “Ormai ne stiamo discutendo a livello europeo. Non è questione di essere anti-cinesi, è un fatto normale. Le chiavi di casa mia io le do ai miei familiari, non ad altri”.
“Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e io -riferisce – ne parliamo molto. Non significa essere ammiratori di Donald Trump. Negli Stati Uniti Joe Biden, il candidato democratico, su questi principi è anche più fermo del presidente. Prima di aprire alla concorrenza ci vogliono requisiti di sicurezza”.