Le critiche di Enrico Mentana alla riforma della Rai? “E’ il legittimo portatore di un interesse privato, ma che ragionamento è? Non vorrei che si arrivasse alla conclusione che per la correttezza del mercato sia giusto accettare il 30 per cento di evasione. Si tratta di un’operazione di equità di certezza di risorse.
Il canone è stato abbassato e lo sarà ancora l’anno prossimo”.
Lo afferma in un’intervista a Repubblica il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli.
Le critiche da sinistra fanno pensare che “chi grida alla rivoluzione non voglia cambiar nulla”, dice. Mediobanca stima 450 milioni di euro in più ed “è una stima credibile, ma bisogna considerare che solo una parte di quel gettito andrà in Rai”.
Il resto “a un fondo per le emittenti private locali e all’abbattimento delle tasse”. “Finora c’era un magma indistinto in cui nessuno aveva responsabilità specifiche e c’erano pacchetti di nomine in cui ogni corrente di partito metteva qualcosa di suo.
Questo ha portato a una situazione di cui forse Usigrai dovrebbe occuparsi”, ovvero “quella per cui su 1500 giornalisti meno della metà sono redattori e tutti gli altri graduati. Con testate – di cui non faò il nome – dove su 120 giornalisti solo 25 sono ‘soldati semplici'”.
“La riforma cancella la cogestione dei partiti e ridà a ciascuno in modo chiaro una responsabilità”, aggiunge.
All’ad, “come al consiglio di amministrazione che lo nomina e può, a differenza di prima, revocarlo. Un cda che ha le stesse prerogative che in qualsiasi azienda normale. Mi domando se i primi passi del direttore generale giustifichino critiche così forti. La nomina di Carlo Verdelli a direttore generale dell’informazione può esser letta in chiave politica? E’ una scelta fatta su base professionale, ma nessuno lo sottolinea”.
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La riforma della Rai è legge
“Renderà l’azienda più competitiva, con un servizio migliore”