Quando si parla di Rai spesso vengono sollevate polemiche senza tenere conto dei fatti, senza valutare i dati e quello che va in onda realmente in tv. Proprio sui quotidiani di oggi ce n’è un nuovo esempio: si parla di presunti editti bulgari, ma nessuno tra i grandi opinionisti che si sono espressi ha chiarito se certi termini si possano usare oppure no, se sui propri giornali avrebbero parlato, magari in un editoriale, di “rapporti incestuosi”, come accaduto in una trasmissione di Raitre.
A proposito dell’informazione Rai, però, è molto utile leggere la delibera appena diffusa dall’Agcom, che ha bocciato un ricorso del Movimento 5 stelle.
L’Agcom rigetta gli esposti M5s: nessuna disparità nei loro confronti nei tg Rai
Il M5s ha presentato due esposti all’Authority, a settembre e a dicembre 2015, contestando una presunta violazione del pluralismo e disparità di trattamento tra soggetti politici e soggetti istituzionali, lamentando una penalizzazione in alcuni tg Rai. Gli esposti sostengono che Tg1, Tg3 e Rainews avrebbero danneggiato il M5s in favore del cosiddetto “blocco maggioritario” (governo e partiti di maggioranza). L’Agcom, però, con la delibera n. 8/2016 ha archiviato gli esposti, bocciando le rimostranze del partito di Beppe Grillo e motivando la bocciatura punto per punto: non c’è stata alcuna disparità di trattamento contro i cinque stelle.
L’Agcom ha deciso di rigettare le istanze M5s “ritenuto dall’esame dei dati di monitoraggio riferiti ai periodi sopra indicati che le testate Rai, anche in considerazione dei rilevanti fatti di attualità politica e istituzionale intervenuti nel periodo considerato, abbiano assicurato la completezza e l’imparzialità dell’informazione nei telegiornali trasmessi assicurando al Movimento 5 stelle, in particolare a far tempo dal mese di settembre, adeguati tempi di parola”, “ritenuto in particolare che il Movimento 5 stelle ha fruito di adeguati spazi informativi in relazione alle iniziative assunte e, segnatamente, nei mesi di ottobre e dicembre”.
Quindi non c’è stata alcuna penalizzazione dei cinquestelle a Tg1 e Tg3 negli ultimi mesi, a dispetto di chi parla ostinatamente e in maniera vergognosa di “Rai fascista”.
Agcom e Rai confermano: i tempi del governo e della maggioranza non possono essere sommati, va salvaguardata l’attività istituzionale
Dalla delibera Agcom emergono anche alcuni elementi interessanti. Nella sua memoria difensiva la Rai scrive, tra l’altro: “Non è corretto, ai fini di individuare la presenza complessiva di un soggetto politico, sommare la visibilità del Presidente del Consiglio dei ministri e degli altri membri del Governo con quella degli esponenti della maggioranza”.
Nelle sue considerazione, l’Agcom stessa scrive: “Nell’ambito dell’attività di monitoraggio sul rispetto del pluralismo politico-istituzionale svolta dall’Autorità, la presenza di esponenti politici con cariche istituzionali è rilevata distinguendo l’esercizio delle funzioni istituzionali dalle presenze imputabili al ruolo politico allo scopo di assicurare il corretto svolgimento del confronto politico su cui si fonda il sistema democratico”; “Alla luce del quadro normativo di riferimento e del consolidato orientamento dell’Autorità, che il corretto svolgimento del confronto politico su cui si fonda il sistema democratico postula il rispetto del principio della parità di trattamento tra soggetti politici al fine di assicurare l’equa rappresentazione di tutte le opinioni politiche tenendo altresì conto degli spazi fruiti dai rappresentanti delle istituzioni cui deve essere riservato, in particolare nei periodi non elettorali, un tempo rapportato all’esercizio delle proprie attività di governo nella misura adeguata di assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione”.
Lo spazio istituzionale del premier non può essere “paninato” dalle polemiche dell’opposizione senza contraddittorio della maggioranza
In sostanza sia Rai che Agcom riconoscono, sulla base delle normative vigenti, che i tempi attribuiti ai membri del governo non possono essere aggregati alle forze politiche di maggioranza, nei periodi non elettorali, perché c’è una specificità della comunicazione istituzionale che va salvaguardata e perché le dichiarazioni di carattere politico dei componenti del governo (ad esempio quando il premier parla da segretario Pd alla direzione del partito) sono già computate nei tempi dei partiti. Tutti i tg Rai rispettano questa prescrizione? Per fare un esempio: se il presidente del Consiglio inaugura la Variante di valico e parla del completamento dei lavori, è giusto che lo stesso tempo venga dato poi a una forza di opposizione, magari per attaccare lo stesso premier sulle banche o su altri tempi di politica interna? E’ giusto che poi non ci siano forze di maggioranza a replicare all’opposizione? Basta rivedere alcune edizioni dei tg, magari proprio quelle del giorno della Variante, per verificare che spesso la comunicazione del premier, anche di tipo istituzionale, viene “paninata” con il dibattito politico, a discapito delle forze di maggioranza.
La sovraesposizione del Pd per dare più spazio alle polemiche interne al partito
Nelle controdeduzioni citate nella delibera Agcom, inoltre, la Rai sostiene: “Non vale l’assioma per cui il tempo di parola è sempre e comunque un elemento positivo; il tempo di parola fruito da un esponente di un partito, infatti, può anche rivelarsi non favorevole al partito stesso poiché, ad esempio, può riferirsi a polemiche interne, come è accaduto per recenti episodi che hanno coinvolto il Partito democratico”. Si tratta della conferma a quanto avevo sostenuto nei mesi scorsi, quando avevo parlato di sovradimensionamento della minoranza Pd al telegiornale di Raitre.
Fonte: unita.tv
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