“Tra poco sarà passata una settimana dai disgustosi episodi di matrice razzista allo stadio di Udine. Come sempre succede, dichiarazioni, agenzie di stampa, comunicati. E poi? Cosa fa la politica di concreto per poter impedire o limitare queste manifestazioni di odio, che nascono in un ambiente che con il caldo ha poco a che fare, ma che è la palestra di addestramento degli estremismi? Ho dedicato la mia vita allo sport, fino a quando ho deciso di tentare di essere utile, nel mio attuale ruolo di parlamentare, nelle politiche per lo sport. E allora, sposando alla lettera le parole di Mike Maignan: «chi tace è complice», ho deciso di non essere complice. Ho depositato alla Camera dei deputati una proposta di legge contro le manifestazioni di odio razzista, religioso e territoriale negli stadi.
La proposta verte su tre aspetti:
- il daspo, in questo casi, non è più opzionale, ma cogente;
- avere una durata minima di 10 anni (non si può parlare di «daspo a vita» perché sarebbe anticostituzionale, ma il provvedimento deve poter, nei fatti, non fare più metter piede in uno stadio) e soprattutto;
- far partire automaticamente la segnalazione alla Procura della Repubblica in modo che ci sia una valutwione che possa lasciare traccia sul casellario giudiziale degli idioti che si distinguono per queste grottesche performance.
Il paradosso di una fedina penale che resta intonsa per chi semina odio razziale, religioso, territoriale in una specie di portofranco, lo stadio, deve terminare qui, la misura è colma.
Chi vuole fare qualcosa di concreto contro questa vergogna che a Udine è tornata prepotentemente a galla? Oppure, chi preferisce fischiettare, essere complice e aspettare la prossima occasione per qualche inutile dichiarazione di rito?”
* Sintesi della lettera di Mauro Berruto al direttore di TuttoSport