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Provenzano: “Siamo noi il partito del Next Generation Eu: con il Governo per il lavoro, le imprese e la giustizia sociale”

“Fughiamo ogni dubbio, il governo gode della fiducia di tutti noi. La narrazione di un Pd a disagio con Draghi nasce da ambienti che non vogliono una sinistra autonoma capace di far valere le sue ragioni”.
Così Peppe Provenzano, Vicesegretario del Pd, apre la sua intervista a La Repubblica.

 

“Dopo Trump si è aperta una fase nuova nei rapporti euro-atlantici e Draghi è l’uomo giusto al posto giusto. Con lui cresce il protagonismo europeo dell’Italia. Siamo noi il partito del Next Generation Eu e dobbiamo garantire che non sia una parentesi. Vogliamo parlare al Paese ed essere il primo partito alle elezioni. Democratico è rimasto solo il Pd, gli altri sono tutti partiti personali”.

 

Sull’alleanza con il M5S Provenzano risponde che: “Abbiamo avuto sempre ben chiare le contraddizioni del M5S, ma il governo con loro è stato fondamentale per partecipare alla svolta europea”.

 

Il tema dei diritti civili e sociali è al centro dell’agenda del Partito Democratico: “Noi ci occupiamo delle libertà delle persone e di come arrivano a fine mese. E nell’azione di governo abbiamo messo al centro il lavoro: le assunzioni di giovani e donne nel Pnrr e la trattativa sullo sblocco dei licenziamenti. Ora serve spingere sulla riforma degli ammortizzatori di Orlando e rilanciare l’idea di Letta di un patto sociale su lavoro buono e sviluppo”.

 

Il Pd punta a rappresentare il lavoro in tutte le sue forme, anche i giovani professionisti precarizzati e le partite Iva cui abbiamo dato risposte dopo decenni di chiacchiere: serve una battaglia per le retribuzioni giuste, garantire salari minimi, rafforzare la contrattazione e introdurre nuovi diritti al tempo dell’algoritmo”. Anche le imprese, dice il Vicesegretario, sono al centro dell’impegno politico: “La nostra industria manifatturiera, la seconda d’Europa, deve partecipare alla transizione ecologica e digitale e produrre tecnologia: così si crea lavoro buono”.

 

Vogliamo rimettere al centro la giustizia sociale. La destra estrema quando vede la Costituzione “calpestata” come a Santa Maria Capua Vetere, per usare l’espressione della ministra Cartabia, solidarizza con chi la calpesta”. “Siamo nella più grande stagione di investimento pubblico della storia repubblicana, chi predicava lo Stato minimo e l’austerità è fuori tempo massimo”.

Non manca una riflessione sul futuro del PD: “E’ tempo di puntare tutto sul processo di cambiamento del partito. Le Agorà sono un punto di partenza e di incontro. Le persone vogliono contare sui temi. Con le agorà dobbiamo riaccendere una passione politica e intercettare quella che c’è fuori da noi”.

 

Intervista completa di Stefano Cappellini su La Repubblica

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