“‘Essere stato costantemente a disposizione di Cosa nostra’. Questa accusa, che ricostruisce la storia dell’esponente (da ultimo) di Fratelli d’Italia, Mimmo Russo e che ha portato al suo arresto a Palermo, disvela qualcosa di profondo e che alcuni di noi hanno denunciato da tempo: l’intreccio sempre più stretto tra mafia, massoneria e politica, la ‘domanda di mafia’ che torna in un pezzo della politica e della società, l’utilizzo della cosa pubblica per l’offerta di ‘servizi’ alla criminalità organizzata, in un sistema che crea una costante reciprocità di favori. Questa vicenda dovrebbe rappresentare l’occasione per rialzare la tensione nella lotta alla mafia, per rilanciare, non sterili polemiche e strumentalizzazioni, ma il lavoro della Commissione antimafia sull’urgenza del presente, sullo scenario che emerge da questi fatti, per dotarci di strumenti e pratiche per mettere la politica tutta e l’amministrazione pubblica al riparo dai condizionamenti di un potere mafioso che a livello locale torna ad essere pervasivo”. Lo afferma in una nota Giuseppe Provenzano, componente della segreteria nazionale del Partito Democratico e della Commissione Antimafia.