“Credo che l’emergenza abbia ancora una volta mostrato quanto sia necessario rafforzare i presidi centrali. Lo abbiamo visto nella gestione sanitaria. Vantiamo il sistema sanitario migliore al mondo, ma poi se andiamo a guardarci dentro, ci accorgiamo che ne abbiamo 20 diversi. E questo ha determinato diversità inaccettabili nelle garanzie dei diritti dei cittadini. Ed è un tema che si riproporrà identico nella ripartenza”. Così il ministro del Sud Giuseppe Provenzano, in una intervista al Messaggero.
Titolo V
“L’inadeguatezza del Titolo V della Costituzione è emersa in tutta la sua evidenza. A partire dalla mancanza di una clausola di supremazia dello Stato. Credo comunque che a prescindere dalle riforme costituzionali vadano rafforzati i presidi centrali. Non si tratta di ricentralizzare, ma di centrare lo Stato rispetto alla debolezza storica delle istituzioni. Ed è forse arrivato il momento di fare un bilancio del regionalismo italiano a 50 anni dall’istituzione delle Regioni”.
Regionalismo
Il regionalismo non ha funzionato? “Il bilancio è differenziato, ma se guardiamo la storia di questo Paese, notiamo che la crescita è rallentata purtroppo proprio negli ultimi 50 anni, anche per il venire meno di presidi centrali forti di indirizzo e di investimento. E poi nella discussione sulle autonomie c’è una grande amnesia: gli Enti locali. Come ha dimostrato la crisi sono il livello più prossimo ai cittadini, non possono essere dimenticati. Devono diventare protagonisti.
Livelli essenziali di prestazioni
E poi mi lasci dire: i diritti di cittadinanza non possono essere diversi a seconda del codice postale. I livelli essenziali delle prestazioni sono una precondizione per la ripresa del confronto sull’autonomia”.
Nord e Sud
Interrogato poi in merito al Ponte sullo Stretto precisa: “Noi dobbiamo collegare Nord e Sud, Est e Ovest. Farlo garantendo non solo infrastrutture moderne, ma anche servizi moderni. Non conta solo il binario, contano anche i treni che ci passano. L’altro giorno è finalmente partito un treno dl alta velocità treno che ha unito Torino a Reggio Calabria. Tutta l’Italia ha bisogno dl alta velocità. In questi anni il Ponte è stato l’alibi per non fare investimenti ferroviari proprio in Sicilia. Oggi la Palermo-Catania-Messina è finanziata, bisogna accelerare. In un quadro strategico l’ipotesi del Ponte pub essere presa in considerazione senza pregiudizi. Ma non ha un impatto immediato, concentriamoci sulle priorità per ripartire oggi”.