Sul tema dei migranti, Benifei dichiara di pensarla esattamente come Letta e che “serve un next generation migration, così potremo svincolarci dai ricatti della Turchia”.
L’ europarlamentare, capodelegazione del PD, parla da Ankara, dove è andato per assistere al processo Kobane “Erdogan utilizza la lotta al terrorismo come scusa per la repressione. Servono sanzioni mirate per spingere la Turchia a interrompere i processi politici e rispettare i diritti umani”.
“L’accusa ufficiale è aver fomentato i disordini di ottobre 2014, quando i curdi protestarono contro l’inazione di Ankara di fronte all’avanzata dell’Isis a Kobane: solo una farsa, l’obiettivo è estrometterli dal voto”.Si tratta di un processo politico dato che “L’unica colpa degli imputati è aver espresso solidarietà a Kobane, che per noi è sinonimo di resistenza, ma per Erdogan rappresenta una minaccia”.
“Oggi l’Europa ha l’occasione per farsi sentire. Abbiamo sanzionato il cerchio magico di Putin per Navalny, forse è il caso di fare lo stesso con Erdogan. Non possiamo tollerare la violazione dei diritti umani e la dissoluzione dello stato di diritto”.
Benifei commenta l’uscita di Erdogan dalla convenzione di Istanbul dicendo che “La società turca è mista, il presidente ha voluto spostare l’equilibrio verso la componente conservatrice”.
Alla luce del riconoscimento da parte di Biden del genocidio armeno, l’europarlamentare PD continua “Sicuramente c’è bisogno di un chiarimento da parte di Ankara, soprattutto dopo le ambiguità in Siria, ma una crisi della Nato non fa comodo a nessuno. L’Europa ha l’occasione per giocare di sponda con Washington, però deve prima dotarsi di una politica estera unitaria”.
Draghi, ha definito il leader turco un dittatore, ma Benifei non è preoccupato delle ripercussioni che questo possa avere sul rapporto con la Turchia e aggiunge che
“Italia e Turchia hanno legami storici, e non possono che migliorare se Ankara dimostra di fare passi avanti sui diritti umani”.
Intervista completa a Brando Benifei, Capodelegazione PD al Parlamento EU, di Enrico Caporale, su Il Secolo XIX