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Pittella: «Juncker riconsideri la cooperazione con l’Egitto»

Alla luce del caso Regeni l’Unione europea deve “riconsiderare la cooperazione” con l’Egitto. È questa la richiesta che Gianni Pittella, presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, si accinge a fare al presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Dal Cairo, ha spiegato Pittella a l’Unità, la Ue deve chiedere con forza “un’indagine indipendente e trasparente in stretta cooperazione con
le autorità italiane per fare piena luce sui fatti e sulle responsabilità”.

Cosa ha fatto finora e cosa può fare l’Unione europea per spingere l’Egitto a fare luce sull’omicidio Regeni?

«Prima di tutto vorrei sottolineare un dato non scontato che dimostra la grande statura del presidente
Renzi nell’intendere la sua missione come capo del Governo. L’Italia, nonostante i grandissimi interessi economici e commerciali con l’Egitto, non solo non ha piegato la schiena ma ha dimostrato di voler andare fino in fondo in cerca della verità. Perché la verità in questi casi vale più di qualsiasi commessa o intesa commerciale. L’Europa, attraverso l’Alto Rappresentante Federica Mogherini, sta seguendo da vicino il caso di Giulio Regeni. La richiesta pressante, a cui ci uniamo con forza, riguarda il bisogno di condurre un’indagine indipendente e trasparente in stretta cooperazione con le autorità italiane per fare piena luce sui fatti e sulle responsabilità. A livello parlamentare il gruppo dei Socialisti e Democratici, grazie al lavoro di Antonio Panzeri e di tutta la delegazione PD, ha già fatto approvare una risoluzione. Continue remo a fare pressioni sul Cairo perché la verità alla fine emerga e perché le riforme in materia di Stato di, diritto e dei diritti umani in Egitto sia in linea con le aspirazioni di democrazia e di stabilità del popolo egiziano».


Quali sono i rapporti tra Ue ed Egitto e come sono regolati?

«I rapporti strategici tra UE e Egitto risalgono al 1966. È chiaro che per ragioni geopolitiche e commerciali
il Cairo risulta essere un partner strategico per l’Europa. Questo però non vuol dire carta bianca sul fronte dei diritti umani o sulla libertà di stampa e più in generale sulla democrazia. Come ha giustamente sottolineato l’Alto Commissario, Federica Mogherini, si sono registrati passi indietro su questi fronti. La nostra idea di partnership non può prescindere dal concetto “more for more”. Maggiori sono i passi a livello di democratizzazione maggiore sarà il coinvolgimento europeo a livello commerciale e politico. Per questo, alla luce del terribile caso Regeni chiediamo, e ne parlerò direttamente con il presidente Junker, di riconsiderare la cooperazione con il Cairo».

Continua a leggere l’intervista su L’Unità

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