“Un ddl di modifica della legge 23 agosto 1988, n. 400, sull’ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri dove, all’articolo 1, si richiede, per la scelta dei consulenti di nomina governativa, che il Presidente del Consiglio, i commissari straordinari del Governo, nonché tutte le strutture della Presidenza del Consiglio dei ministri assicurino il rispetto del principio di equilibrio di genere, almeno nella misura dei due quinti, da computare sul numero complessivo delle designazioni o nomine effettuate in corso d’anno”. Lo annuncia Roberta Pinotti, senatrice del Pd ed ex ministro della Difesa.
“Tali disposizioni si applicano a tutti gli incarichi di consulenza conferiti da ciascun Ministro e a tutti comitati di consulenza, di ricerca o di studio su specifiche questioni costituiti presso ciascun ministero”, aggiunge.
“La grave emergenza epidemiologica da COVID-19 ha messo in evidenza – prosegue Pinotti – l’importanza assunta per l’azione dell’esecutivo della consulenza di esperti, per affrontare tempestivamente ed efficacemente l’epidemia e per prevedere le misure necessarie per la ripresa delle attività sociali, culturali, produttive ed economiche. La nomina di donne come consulenti del Governo, come pure la presenza delle donne in questi comitati, risulta ad oggi del tutto minoritaria. Molti sono stati in questi ultimi anni i passi avanti sulla strada dell’effettiva parità di genere sia a livello costituzionale che di leggi elettorali e di norme, penso alla legge Golfo-Mosca, che regolano quote di genere nei consigli di amministrazione di tante società”, conclude l’esponente Pd.