“L’Italia prosegue una lunga marcia, il 2016 si chiuderà meglio del 2015 che si è chiuso meglio del 2014, del 2013 e del 2012, questo è un risultato inoppugnabile”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenendo a Cernobbio al convegno dello studio Ambrosetti commentando i dati economici trimestrali e sottolineando come “siamo andati meglio ma non ho bisogno di un sondaggio per dire che questo meglio non basta”.
Per Renzi i 585 mila nuovi posti di lavoro in più sono un risultato importante che certifica come”la riforma del lavoro funziona” e aggiunge “Se me lo avessero detto il giorno del mio insediamento avrei firmato subito. Certo la riforma del lavoro andava fatta dieci anni fa quando l’hanno fatta in Germania Schroeder e la Merkel e quindi adesso si paga questo ritardo”.
Il premier facendo riferimento ai temi del terrorismo e alla Brexit ha affermato che a suo avviso “il problema del 2016 non è l’economia, non perché vada bene, ma la politica. Ci sono molte questioni politiche che sono sul tavolo della comunità internazionale che richiedono risposte inedite”. La sfida è per il premier il “new political devide” citando una copertina dell’Economist. Una divisione “non più fra destra e sinistra ma fra categorie diverse: la logica del muro contro la logica della piazza”.
Valutando l’operato del Governo, Renziritiene che “nei suoi primi trenta mesi ha fatto cose sorprendenti ma in realtà, si è trattato dei compiti del passato, dell’Abc”.
E ha concluso con un passaggio sul referendum costituzionale: “se vince il no non c’è la fine del mondo: resta tutto così” sottolineandoche “se vince il sì, come credo, l’Italia sarà un Paese più facile”.