“Senza l’Europa siamo tutti più deboli e vulnerabili. Le istituzioni europee – afferma Picierno al quotidiano Avvenire – non sono mai preoccupate per il voto che i cittadini degli Stati membri esprimono, ma vigilano sul processo di integrazione: sul mantenimento degli impegni, sul rispetto dei diritti delle cittadine e dei cittadini europei”.
Il nodo è proprio questo, perché il centrodestra ha già parlato di “revisione”. “Non è solo questione di regole – spiega Picierno – chiunque parli oggi di revisione compromette non solo accordi faticosamente raggiunti, ma anche il futuro del Paese e del Mezzogiorno in particolare. È l’area del Paese che ha più bisogno di quelle risorse”.
Se il 25 settembre prevalesse la coalizione di destra, sostiene Picierno, ci troveremmo davanti a “uno stucchevole gioco delle parti sulla pelle del Mezzogiorno. Ad esempio hanno ricominciato a parlare di ponte sullo Stretto, di investimenti strutturali e poi vogliono sforbiciare i fondi del Pnrr per il Mezzogiorno. Il Partito democratico, invece, con candidature autorevoli e un programma a forte trazione europeista non vuole invertire una tendenza di sviluppo e di superamento dei problemi strutturali”.
In tema di crisi del gas, la parlamentare europea dem è sicura che “le istituzioni europee non stanno a guardare”, benché si dispiaccia perché “la proposta di price cap avanzata dal governo Draghi non sia stata accolta in tempi più rapidi” e aggiunge: “Sono convinta che già a partire dai prossimi appuntamenti dei ministri dell’Ue vi saranno maggiore attenzione e una risposta pronta”.
Parlare di crisi energetica significa ovviamente parlare di guerra in Ucraina. Picierno sottolinea come Putin cerchi di influenzare l’Europa col ricatto del gas, gioca, insomma, “una guerra ibrida”.
Secondo l’eurodeputata, quindi, la “messa in sicurezza di imprese e famiglie è un tema di sicurezza e democrazia, non solo economico. Uscire dal ricatto energetico significa essere protagonisti a livello politico. Il fronte sovranista deve decidere da che parte stare: con i popoli europei o con gli oligarchi russi”.
Al giornalista Angelo Picariello, che chiede se la collocazione geopolitica dell’Italia potrebbe essere messa a rischio dalla vittoria del centrodestra, Picierno risponde che parlare di atlantismo senza fare riferimento all’Europa e all’Unione Europea “è una formula vuota, utile solo a fini elettorali”, poiché l’Europa è il luogo dove “anche l’atlantismo trova concreto svolgimento”.
Per Pina Picierno questo “è il tempo della chiarezza, delle scelte senza ‘ingrigimenti’. Vorrei sentire da Salvini, ad esempio, parole chiare sull’Ucraina e sapere a che punto è l’accordo di collaborazione tra la Lega e Russia Unita. Anche qui non è solo campagna elettorale, ma c’è un tema di sicurezza internazionale”.