Un lungo applauso saluta l’arrivo sul palco della Festa nazionale dell’Unità di Ravenna Maurizio Landini e Andrea Orlando che, moderati da Andrea Tarroni, si confrontano sull’Italia del lavoro.
Il nuovo governo corregga le politiche sbagliate
“Noi abbiamo contestato, come è noto, mobilitando le piazze, un governo che c’era e ora non c’è più, a partire dalla manovra economica”, esordisce il segretario della Cgil. “Un governo cui abbiamo chiesto di cambiare politiche, contestando nel merito le scelte. Abbiamo contestato chi chiedeva pieni poteri, che non sono previsti dalla Costituzione e su questo non ci sono mezze misure. Noi abbiamo bisogno di un governo che governi per cambiare le politiche sbagliate che sono state fatte, e che si occupi dei problemi del Paese. Il sindacato non ha governi amici e governi nemici, per noi il governo dev’essere antifascista e antirazzista, noi i governi li giudichiamo per quello che fanno, e abbiamo da fare anche delle proposte”.
Serve un Governo di svolta che combatta l’evasione fiscale
“Bisogna lavorare per nuove assunzioni, più persone all’Agenzia delle Entrate e ai controlli, perché se combatti l’evasione fiscale trovi risorse per gli investimenti. Un governo di svolta è quello che cambia le politiche sbagliate fatte anche da precedenti governi e non solo dall’ultimo, sul mercato del lavoro.
Non è più accettabile che l’ 87% dell’Irpef arrivi dai lavoratori dipendenti. Non è della flat tax che abbiamo bisogno, se vogliamo fare una cosa seria è una riforma fiscale che tuteli i lavoratori e i pensionati. I vantaggi fiscali per le aziende vanno reinvestiti in lavoro.Se è vero che abbiamo una ricchezza finanziaria il cui 50% è in mano al 10 % degli italiani, questo 10% deve dare un contributo di solidarietà. Il governo di svolta significa che si cambino le regole. Un cambiamento significa estendere i diritti”.
Si apra una nuova stagione di rispetto e di dialogo fra governo e parti sociali
“Mi aspetto che si ricostruisca un rispetto reciproco fra il governo e le parti sociali”, auspica Landini. “In una democrazia, con una mole di problemi tale che non se ne ricorda una uguale, c’è bisogno di unire il Paese e non di dividerlo, a partire dal coinvolgimento delle parti sociali. Discutere con le parti sociali significa rafforzare la democrazia”.
La discontinuità inizia dicendo la verità
Per Andrea Orlando, “la discontinuità inizia dicendo la verità agli italiani. L’eredità che lascia questo governo è molto complicata, sia dal punto di vista politico che economico. Non c’è niente di scontato, non sapremo se sarà un successo. È una sfida. Il nostro paese ha rischiato una deriva autoritaria. Dovevamo fare qualcosa per mettere Salvini all’angolo”.
Le sfide del governo e della sinistra
“Due forze politiche oggi tentano di dare vita ad un governo, è una sfida che si impone: in primis per spegnere un’emergenza democratica, il rischio di una deriva autoritaria”, continua Orlando. “La seconda sfida riguarda il ruolo della sinistra italiana: dobbiamo assumerci la responsabilità di non restare solo a guardare, dobbiamo costruire una discontinuità, nei contenuti di carattere programmatico”.
Europa, democrazia rappresentativa, umanità, lotta alle diseguglienze, ambiente: i nostri 5 punti
“Abbiamo messo giù cinque punti, che segnino un cambio di direzione. A partire dall’Europa, dalla quale ci ritroviamo completamente isolati. Dobbiamo riposizionare il nostro Pese nella collocazione che gli appartiene, di costruttore dell’Europa, chiudendo però in modo definitivo la stagione dell’austerità.
Altro punto irrinunciabile è la difesa della democrazia rappresentativa, secondo le forme stabilite dalla Costituzione repubblicana.
Terza condizione è quella dell’umanità: è inaccettabile che qualcuno venga multato perché salva una vita umana. Vanno governati i flussi, gestita l’immigrazione, e deve essere una gestione europea, ma non è accettabile una campagna elettorale permanente che incolpi di ogni cosa gli immigrati.
La manovra che ci troviamo ad affrontare, e per cui il capitano coraggioso è scappato, non è una passeggiata di salute, ma deve essere fatta all’insegna della redistribuzione del reddito. Non è una banalità: il populismo è il frutto anche delle politiche ingiuste che sono state fatte. Da questo punto di vista noi chiediamo e ci chiediamo una svolta. Di flat tax non se ne parlerà più, e la progressività stabilita dalla Costituzione non sarà un retaggio del passato, ma una leva fondamentale per combattere le diseguaglianze.
Vogliamo che il governo italiano diventi il più green di Europa, non devo spiegarvi il perché, è sotto gli occhi di tutti quello che succede. Il tema non riguarda i posteri, riguarda noi”.
Discontinuità sul ruolo della finanza
“Possiamo provare a intercettare un pezzo di mondo che ha votato Cinque Stelle non perché era populista ma perché era deluso da noi. E allora questo implica che la discontinuità non è solo nei confronti dei 14 mesi di governo ma riguarda una politica che ha ceduto eccessivamente il passo all’economia e alla finanza e ha rinunciato alla sua funzione di guida”.
Un cambio di approccio politico-culturale, anche nella composizione di governo
“Penso che il nuovo governo dovrà dare il segno, anche nella sua composizione, che si apre una fase nuova – ha dettoOrlando – e non è la sommatoria delle fasi precedenti anche nelle persone. Una nuova fase politica che è non solo il rinnovamento ma il cambio di approccio politico-culturale”. Quindi, occorre “cambiare non solo nelle facce ma anche nelle culture che sono in grado di guidare questo passaggio. Uno sforzo rischioso ma anche molto affascinante”.