“I dati Istat sul reddito disponibile degli italiani evidenziano quanto si sia ulteriormente allargato il divario tra Settentrione e Meridione. 900 euro di media in meno in un anno per ogni cittadino che vive al Sud, che già di suo ha un reddito disponibile che è quasi la metà di quello di un cittadino che vive al Nord. Un dato drammatico che si traduce in bassi consumi e difficoltà di accesso ai servizi. Su questo il governo non solo è assente ma è anche complice di una situazione economica e sociale drammatica: si è infatti opposto al salario minimo, ha cancellato il reddito di cittadinanza, non tutela adeguatamente il potere d’acquisto, in particolare su bollette e carburante che al Sud pesano ancora di più. Questi dati non possono passare sotto traccia, cosi’ come altrettanto drammatico è il dato che vede migliaia di giovani laureati, soprattutto meridionali, andare via dal nostro Paese. Per noi è inaccettabile disperdere questo patrimonio di competenze che rendono più povera e meno competitiva l’Italia. Dal governo pretendiamo risposte concrete e non slogan banali che non hanno alcuna aderenza con la realtà”. Lo dice il deputato Marco Sarracino, responsabile nazionale Mezzogiorno per il Partito Democratico.
Serve un’opposizione unita e un centrosinistra che parli al futuro, non al passato
Per rispondere alla drammaticità dei dati riportati da Istat, per il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, con un governo che se ne disinteressa, c’è “una sola alternativa: fare la sinistra moderna che non ammette compromessi e che lavora e scommette su un’Europa che guida i processi e non li subisce, che é una comunità su debito, difesa, salari. Servono un’opposizione unita e un centrosinistra che parli a futuro e non al passato”. Così ha concluso il suo intervento al convegno organizzato dal Gruppo Pd al Senato ‘L’Italia che vogliamo. Questione sociale, questione democratica’.
“Secondo il Report Istat sulla povertà 2023, quasi 5,7 milioni di individui, ovvero il 9,7% sul totale, vivono in uno stato di povertà. Si registra anche un aumento dei minori in stato di ‘povertà assoluta’ che nel 2023 sono stati 1,29 milioni, ovvero il 13,8% sul totale: si tratta del valore più elevato dal 2014”, ha sottolineato Boccia. “La cosa più grave è che iniziano a esserci lavoratori poveri: oltre 1,5 milioni di lavoratori, nonostante lavori, non arriva alla fine del mese. Di fronte a questa realtà il governo è inerme e peggiora questa situazione con politiche inadeguate”.
“É un’emergenza vera – ha proseguito Boccia – perché poi noi viviamo una crisi demografica senza precedenti: in 9 anni l’Italia ha perso 2 milioni di persone. Aumentano gli anziani, 1 provincia su 3 ha più pensionati che lavoratori, soprattutto nelle aree di montagna, interne e periferiche. Servirebbero più scuola, più sanità, più welfare. E avremmo bisogno di integrare in 4-5 anni 2 milioni di giovani e di lavoratori stranieri perché ce lo chiedono lo imprese. Ma siamo di fronte a un governo per cui i migranti sono solo un nemico da abbattere. Il governo sta privatizzando sempre più il welfare e i servizi: ha iniziato con la sanità e ora continua con le infrastrutture primarie. Ieri abbiamo contestato fortemente l’idea di Salvini di privatizzare anche le ferrovie. Il governo sta facendo uno ‘spezzatino’ delle infrastrutture strategiche e delle proprietà dello Stato, svendendole ai privati e consentendo una concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. Senza il PNRR l’Italia sarebbe in recessione, ma il governo non se ne accorge. Poi che faremo? Privatizzazione selvaggia?”