Si discuterà giovedì 15 settembre p.v. alla XI Commissione permanente Lavoro della Camera dei deputati l’interrogazione dell’On. Fabio Porta, Presidente del Comitato degli italiani nel mondo della Camera, sulle ipotesi di soluzione del dramma che stanno vivendo i nostri pensionati in Venezuela a causa della incongruenza del tasso di cambio utilizzato dall’Inps per la determinazione del reddito degli stessi pensionati ai fini dell’erogazione delle prestazioni non contributive come l’integrazione al minimo, le maggiorazioni sociali e gli assegni familiari.
Si tratta di una importante iniziativa con la quale il deputato eletto in America meridionale, insieme all’On. Marialuisa Gnecchi, sta cercando di sensibilizzare Governo e Parlamento e di sbloccare finalmente un irragionevole e incomprensibile stallo delle autorità competenti italiane (Ministero del Lavoro, Ministero degli Affari Esteri e soprattutto Ministero dell’Economia e delle Finanze) nel trovare una rapida soluzione ad un problema urgente e drammatico. Come è noto e come l’On. Porta ha più volte denunciato – per ultimo è da segnalare la consegna al Governo italiano di una petizione di 3.000 pensionati – da più di un anno l’Inps ha sospeso l’erogazione delle prestazioni assistenziali ai pensionati italiani residenti in Venezuela riducendo il pro-rata ad un importo irrisorio (poche decine di euro) e privando così i nostri connazionali di un reddito pensionistico sul quale essi facevano affidamento per la mera sopravvivenza vista la grave crisi economica che attanaglia il Paese latinoamericano.
Il paradosso è dovuto al fatto che mentre i redditi dei nostri connazionali sono aumentati nominalmente, in realtà il potere d’acquisto degli stessi è diminuito vertiginosamente a causa dell’iperinflazione e nonostante ciò, per un perverso meccanismo del cambio valuta, l’Inps ha revocato le prestazioni assistenziali che come è noto sono legate ai limiti di reddito. L’On. Porta, che continua a ricevere le testimonianze di centinaia di pensionati italiani che denunciano le loro difficoltà umane ed economiche, si è attivato da subito ed ha contattato Ministeri ed Enti competenti segnalando il problema e chiedendo l’immediato intervento del Governo per porre rimedio ad una situazione che può essere sanata con un minimo sforzo finanziario da parte dell’Italia ma che richiede – oltre alla consapevolezza del dramma – dinamismo, volontà politica e capacità attuative. Ci auguriamo che l’interrogazione in Commissione Lavoro rappresenti un importante e determinante tassello verso la soluzione del problema.