La scommessa è che, come accaduto in tante altre Direzioni dem annunciate come decisive, anche quella di oggi si risolva senza strappi. «Mi sembra la scena di un film già visto -rasserena Mauro Del Barba, deputato “renziano” -. Una spaccatura sarebbe davvero incomprensibile. Qui bisogna seguire un filo logico, altrimenti ci si perde…».
Quale sarebbe il filo logico?
Lo spiego dal mio angolo visuale di deputato. Come gruppi parlamentari, abbiamo dato a Martina fiducia a scatola chiusa, accettando di non discutere per rispetto del suo delicato compito. Nelle riunioni non siamo intervenuti per non intralciare il suo lavoro. Non è possibile chiedere la fiducia agli eletti e poi cambiare linea politica strada facendo… in questo fase delicata non possiamo avere una guida non trasparente.
Insomma la responsabilità sarebbe di Martina, che ha cambiato linea politica non ascoltando la maggioranza del partito…
È una questione di metodo. Non basta invocare la collegialità, bisogna praticarla.
Il reggente ha mancato di collegialità?
Di colpo la linea del partito è diventata opaca e ambigua. il problema è questo, non ce ne sono altri.
Non c’è un problema di delegittimazione preventiva a opera dell`ex segretario Renzi?
Non si può imputare al leader più autorevole del Pd la colpa di aver semplicemente ribadito la linea assunta unitariamente in Direzione dopo il voto. Non è Renzi che deve chiarire, sono altri che devono chiarire se c’è qualcuno o qualcosa che vuole imporre un mainstream al partito. Le reazioni alle parole di Matteo, e anche al nostro documento, sono smisurate e fanno sorgere dei sospetti.
Intanto la Direzione non è più sul dialogo con M5s ma sui rapporti di forza interni…
Anche questa la reputo una forzatura. L’ordine del giorno non deve cambiare, si deve discutere sul se e sul come dialogare con M5s e su come contribuire al bene del Paese.
Se si arriverà a una conta, è preventivabile una scissione?
Mi auguro che la volontà della maggioranza venga rispettata.
A prescindere dalla polemica interna, il Pd riuscirà a dare una mano per formare un governo?
Penso che una legislatura di riforme istituzionali sia una proposta saggia. Ma per quanto riguarda il governo, il Pd deve stare all’opposizione di forze sovraniste che hanno costruito le loro fortune con slogan contro di noi. È una prova del nove per loro, ma anche per il Paese. Così forse finirà la commedia degli equivoci.