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Orlando: ”Serve un intervento rapido su caro energia per aiutare imprese e famiglie”

Sintesi dell’intervista di Valentina Conte su la Repubblica

“Serve un intervento rapido per aiutare imprese e famiglie, ma circoscritto a questa emergenza energetica. E senza abbandonare la tassa sugli extraprofitti: le leggi si rispettano, lo Stato non può rinunciare a quelle risorse. Anzi non escludo che si possa ancora alzare l’aliquota della tassa, sopra il 25% attuale”, inizia così il ministro del Lavoro Andrea Orlando la sua intervista a la Repubblica, e aggiunge: “Ci sono segnali non rassicuranti in vista dell’autunno, in particolare nei settori energivori, per quanto riguarda il trend della Cassa integrazione”.
Orlando continua: “Il nostro Paese è più esposto di altri alla speculazione per via dell’alto debito, dobbiamo muoverci con accortezza, Il lavoro povero è aumentato e rischiamo una crisi sociale fortissima. Si ripete che all’estero sono preoccupati che possa vincere la coalizione di centrodestra. Dobbiamo spiegare perché: è una coalizione a trazione di una destra estrema, divisa su tutto, con ricette contraddittorie che si può tenere insieme solo con un antieuropeismo strumentale”.
“La crisi ha prodotto oltre 250 milioni di poveri nel mondo, molti sono titolari di micro imprese o lavoratori autonomi, e anche 500 nuovi miliardari. Serve un intervento tempestivo, c’è un approfondimento in atto per capire i margini di manovra. Il Pd ha chiesto una risposta rapida. E lo può fare perché ha le carte in regola. Se il governo ha poteri limitati è proprio a causa della crisi prodotta da chi in queste ore spinge per un intervento in deficit e invita un governo a cui ha tolto la fiducia a battere i pugni in Europa”. Davvero paradossale. Sul fronte energetico poi non va esclusa nessuna strada, neppure quella di prezzi amministrati nazionali e della separazione del prezzo dell’elettricità prodotta da fonti rinnovabili da quello del gas”.
Il Ministro illustra quanto prodotto dalla crisi di governo: “Taglio del cuneo fiscale, riforma delle pensioni per una flessibilità equa e rispettosa dei conti, salario minimo, precarietà del lavoro. È saltato tutto, ma queste sono le questioni fondamentali su cui tutte le forze politiche si dovrebbero confrontare. E sono anche i nodi al centro della proposta politica del Pd per le elezioni del 25 settembre. A partire da una decontribuzione mirata che incoraggi le buone prassi e la buona contrattazione”.
Continua parlando delle azioni da portare avanti: “Dobbiamo riorientare le risorse per rendere più convenienti i contratti a tempo indeterminato e meno quelli precari, come accaduto in Spagna senza produrre sconquassi. Qui da noi il bonus per l’assunzione dei giovani già funziona così, ma non la decontribuzione al Sud. Il lavoro povero è una realtà drammatica in Italia, siamo al 12-13%, una percentuale destinata a crescere con l’inflazione. E un lavoro precario significa salari bassi oggi e pensioni basse domani” e aggiunge: “Una soglia minima di salario di sicuro sarebbe necessaria laddove avanza il lavoro povero: nei servizi, al Sud e nelle piccole imprese. Dopodiché l’esigenza di mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori una mensilità in più, proponiamo come Pd è sotto gli occhi di tutti”.
Orlando chiude con gli obiettivi imminenti per il PD: “Noi vogliamo ripartire dagli obiettivi su cui ci si stava confrontando: Opzione donna, Ape sociale e lavori gravosi strutturali, pensioni di garanzia per nuove generazioni, flessibilità in uscita mantenendo impianto contributivo”.

Intervista integrale su la Repubblica

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