“L’antica definizione di ‘gigante economico e nano politico’ può anche non corrispondere alla realtà attuale, ma il senso di incompiutezza del processo di integrazione europea è più che mai evidente”.
La domanda su quali siano i passi da compiere per arrivare alla ‘federazione degli Stati nazionali’, “sembra sia andata smarrita”. Lo scrivono i ministri Andrea Orlando e Maurizio Martina, in un intervento sul Corriere della Sera.
“Il nostro governo è riuscito a vincere le resistenze dei partner europei sul dossier migrazioni. Ma il ritardo dell’impegno comunitario ci consegna una situazione ancora instabile e confusa. Ebbene – osservano -, se non vogliamo essere complici della nascita di una ‘generazione apolide europea’, come ha scritto il Guardian, allora abbiamo l’obbligo di condurre senza esitazioni la battaglia per una politica comune in termini di immigrazione e asilo”.
“Ma – aggiungono – è anche sul rilancio dell’economia che l’Unione si sta giocando il suo futuro. La miopia delle politiche di austerità ha aumentato a dismisura il sentimento di diffidenza”.
“L’Italia deve giocare un ruolo da protagonista e – a loro avviso – bene ha fatto il presidente del Consiglio a partecipare al vertice dei leader socialisti, alzando la voce contro le troppe lentezze”.