Un estratto della risposta di Andrea Orlando, Ministro del lavoro e delle politiche sociali, all’editoriale di Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, pubblicato il Primo Maggio
“Caro direttore, la regolazione algoritmica, l’utilizzo di big data e di analisi predittive stanno modificando profondamente le modalità con cui il lavoro viene regolato e i modelli di business delle imprese. La stato di precarizzazione e di allentamento delle tutele durante la pandemia ha raggiunto il suo apice.
Freelancer, microworker, rider sono i nuovi lavoratori delle piattaforme digitali, dove prevale un lavoro parcellizzato, con limitate tutele e con il rischio di forme invasive di controllo e sorveglianza.
Per garantire dignità, tutele e diritti a questi lavoratori la politica deve affrontare i nodi irrisolti, il tema della qualità delle condizioni di lavoro; gli aspetti previdenziali e di protezione sociale; il sostegno alla contrattazione collettiva e alle politiche di formazione; la trasparenza degli algoritmi e una giusta governance dei dati dei lavoratori.
Dobbiamo impegnarci per garantire una governance giusta dei dati dei lavoratori che crei solide base di trasparenza e fiducia tra lavoratori e imprese, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali incoraggiando accordi di data trust nel rispetto della privacy, degli standard di sicurezza e dell’uso etico dei dati e dell’Intelligenza artificiale.
In questa direzione si muove l’istituzione dell’Osservatorio permanente presso il ministero del Lavoro, in cui sono coinvolte le parti sociali, con il compito di monitorare l’evoluzione del fenomeno: l’obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra gestione algoritmica e diritto del lavoro.
Per assicurare il funzionamento giusto, inclusivo e sostenibile del mercato del lavoro digitale, bisogna promuovere una governance consapevole di piattaforme, dati e algoritmi per il bene comune, che metta al centro la dignità e la qualità del lavoro e anticipi le sfide future”.
