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Primarie, Orlando: se tornano a votare tutti la partita può essere diversa

Orlando, Renzi parla già da segretario…

«E’ un espediente di campagna elettorale. Come abbiamo visto l’altra volta, il risultato dei circoli può essere molto diverso da quello delle primarie. Un pezzo di gente del Pd è rimasto a casa, se tornano a votare tutti la partita può essere diversa».

 

L’ex premier dice: basta coltellate tra noi…

«M5S si ricompatta perché chi non si adegua viene buttato fuori. Non credo possa essere il nostro modello di dinamica interna, chi fa critiche non tradisce. Tradisce di più chi ti dà ragione e aspetta che vai a sbattere contro un muro senza dirti le sue perplessità. Definire così il dibattito interno credo sia un errore per tutti».

 

Lei era l’unico dei tre candidati alle manifestazioni del 25 marzo per l’Ue. Teme che il Pd possa diventare un po’ euroscettico?

«Temo possa essere confusa la nostra posizione di critica all’Europa con la posizione di quelli che vogliono far saltare l’Europa. Condivido le critiche, ma non la lettura».

 

Che rapporto con il M5S?

«M5S ha un’idea di democrazia alternativa alla nostra, la loro impostazione sull’Europa è incompatibile con quella di una grande forza del socialismo europeo. Ma è giusto chiedersi perché molti elettori di centrosinistra siano andati a finire lì. Non basta demonizzarli, bisogna anche capire il fenomeno. Soprattutto, io credo vada fatta una riforma delle legge elettorale rapidamente. Altrimenti il rischio è l’ingovernabilità o le larghe intese. Entrambe prospettive catastrofiche per l’Italia e per il Pd».

 

Renzi dice: tocca agli altri fare una proposta. Si rassegna alla legge elettorale che c’è?

«Il sospetto c’è, potremmo toglierlo di mezzo intanto dicendo tutti insieme che siamo contro i capilista bloccati. Non posso pensare che il Pd dica “tocca agli altri” su un punto che può determinare il collasso del sistema democratico. Anche perché gli altri hanno interesse al collasso».

 

Renzi dice anche che il Pd è già il partito del lavoro…

«No, noi siamo il partito del lavoro non solo se difendiamo i presidi produttivi, ma anche se facciamo una battaglia per la ripresa salariale. E’ stato Draghi a indicare questo come un limite dell’eurozona. Si tratta di mettersi dalla parte di chi vive con poco più di mille euro al mese o anche meno. Non dico che non dobbiamo incontrare Marc hionne, ma guadagna come 2000 operai, dobbiamo parlare anche con i 2000 operai».

 

Gentiloni può stare tranquillo dopo i colpi di avvertimento della settimana scorsa?

«Beh, Gentiloni può stare tranquillo per quanto riguarda me. La tendenza a smarcarsi costantemente dal governo è un dato di fatto di una parte del Pd. Oggi prendiamo per buone quelle rassicurazioni (di Renzi, ndr), anche se la tentazione può riaffacciarsi».

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