«Ci troviamo di fronte a una scelta politica che va oltre la legislatura. Le risorse vanno utilizzate al meglio, evitando di ripercorrere strade del passato, con erogazione di risorse pubbliche finalizzate ad alimentare rendite. Con il Recovery va modificato il modello di sviluppo, nelle direttrici green e del digitale. Per questo abbiamo posto con nettezza le nostre priorità».
La cabina di regia potrebbe essere utile, allora?
Il problema è chiarirne le funzioni. Non può sostituirsi alla definizione di obiettivi strategici, che devono rimanere in capo al governo. Per il supporto alla progettazione e il monitoraggio può essere utile una cabina di regia. Anche perché noi siamo un Paese che non spende i fondi europei, con ministeri non attrezzati a farlo. Abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo, ma che deve integrare la struttura esistente, non contrapporsi.
Conte rivedrà il suo progetto?
Ha detto che è disponibile a ragionare insieme. Il problema non è la mancanza di ascolto, ma vorremmo capire cosa questo produce.
La posizione di Renzi rischia rendere il vostro lavoro inutile?
Mi auguro di no, ma se dovesse accadere non dipenderà dal Pd. Quello che noi abbiamo chiesto a Conte è di riprendere il percorso interrotto coni leader, che avrebbe portato a una verifica.
Un rito antico…
Noi la vediamo come l’unico modo per uscire da questo stallo. Serve dare continuità ai due tavoli, quello per verificare i 29 punti del programma su cui è nato il governo e le riforme istituzionali e quello per definire il patto di legislatura. Ma non basta mettére i temi sul tavolo. Poi ci vuole un intervento risolutivo che sciolga i nodi.
E qui chiamate in causa Conte.
Le divisioni ci sono Certo. Dal M5s ci divide l’utilizzo di alcune tecnologie. Con Iv c’è una distanza sul nuovo Statuto dei lavoratori, che loro hanno interpretato come un ripristino del vecchio, mentre si tratta di dare nuove tutele. Sul fisco noi siamo per il rafforzamento del principio di progressività e loro sulla riduzione del numero delle aliquote…
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