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Renzi: “Orgogliosamente PD, per non rinunciare al futuro”

Orgogliosamente Pd. Contro la falsa onestà di chi prima predica e poi annulla i bonifici di restituzione e si intasca i soldi. Contro la lezioncina di chi ci accusa d’essere il partito dei banchieri, e poi in lista c’ha più massoni d’una intera loggia. Controil moralismo d’accatto di chi in piazza grida contro la ‘casta’ e poi regala affitti di case a 7 euro al mese. Orgogliosamente Pd per non fermare la ripresa dell’Italia. Per continuare a essere al servizio del Paese. Per garantire opportunità ai giovani e sicurezza a chi è vicino alla pensione.

 

Il voto conta più dei sondaggi

Matteo Renzi è consapevole che il Pd può farcela, gettando il cuore oltre l’ostacolo e tirando fuori passione, coraggio, determinazione. “La campagna si fa con orgoglio o non si fa – dice parlando all’auditorium del Massimo di Roma – inqueste ultime settimane ci hanno bombardato tutti i giorni di sondaggi. Non li metto in discussione, sono importanti. Ma faccio notare che nelle ultime tre elezioni erano totalmente diversi dai risultati delle urne. Nel 2013 eravamo avanti di dieci punti: eravamo tranquilli come il ciclista che arriva avanti e già esulta con le mani in alto, e poi è andata a finire con la ‘non vittoria’. Nel 2014 i sondaggi davano il sorpasso dei Cinque stelle ed è finita col Pd al 40% e loro al 20. Nel 2016, col referendum, sembrava dovessimo essere lì lì, e invece… Insomma, la statistica ci dice che stavolta vinciamo!”.

 

Via la rassegnazione, dentro il coraggio

“Negli ultimi quattordici giorni dobbiamo cercare di scrollarci di dosso la stanchezza, la rassegnazione” aggiunge il segretario Pd, che domanda al pubblico:”Come sta il Paese rispetto a quattro anni fa? Meglio o peggio? Se sta meglio certo che è merito degli italiani, ma è anche merito di chi ha fatto le riforme, alcune bene e altre meno bene: questa cosa non l’ha fatta un presidente del Consiglio o un governo ma il Partito democratico. Tiriamo fuori l’orgoglio: l’avete fatta voi”.

Ed ancora esorta: “Andiamo a prenderci questa vittoria, smettiamo di piangerci addosso. Andiamo ad essere il primo gruppo parlamentare perché o lo fa il Pd o è un problema per l’Italia”.

 

I capelli di Berlusconi e i posti di lavoro del Pd

Berlusconi si è presentato in tv esattamente come diciassette anni fa, promettendo le stesse cose che non ha mai mantenuto: “Non si può dire che non sia coerente – ironizza Renzi – stesso tavolo, stesse luci, stesso conduttore, stesse promesse, sì oggi ha qualche capello in più, c’è chi col tempo fa crescere i capelli e chi fa crescere i posti di lavoro come noi….

“Berlusconi afferma che il centrodestra è quello che garantirà il futuro del Paese. Ma lo ricordate cosa è accaduto…”

Mentre Renzi parla, sul maxischermo appare la prima pagina del Sole 24 Ore di quel drammatico giorno di novembre 2011 quando Silvio Berlusconi si dimise, dopo aver ridotto il Paese all’orlo della bancarotta. Il titolo a carattere cubitali era “Fate presto” e sopra i dati, drammatici, che segnavano la fine dell’Italia: spread a 575, Btp a 7,25%.

“Questo nostro meraviglioso paese – riflette Renzi – purtroppo non coltiva la memoria. Ci hanno lasciato lì. Non ci hanno lasciato con l’economia che tirava. E noi dobbiamo dire con chiarezza che quello che abbiamo fatto in questi anni ha portato l’Italia a uscire dalla recessione e ricominciare la crescita”.

 

“Noi non prendiamo lezione da questi truffatori del M5Stelle”

Ce n’è anche per la premiata azienda Casaleggio & Di Maio. “Se giochiamo a chi ha restituito più soldi finisce 6-0, 6-0 per noi” dichiara Renzi rivolto ai Cinque Stelle, ricordando che lo stop ai rimborsi elettorali dei partiti lo ha voluto ed approvato il Pd, non i grillini: “Il loro principaleinvestimento pubblicitario – ricorda Renzi – è stato dire che hanno restituito 23 milioni in 5 anni. Noi molti di più. Noi abbiamo abolito i rimborsi elettorali. Nel 2010, quando c’era Bersani, prendevamo60 milioni di euro, nel 2011 sono stati 57 milioni, nel 2018 zero. Noi siamo più credibili, perché abbiamo restituito molto di più”.

E se si parla di stipendi, ha rintuzzato ancora il segretario Pd, “la mia indennità da presidente del Consiglio, dopo tre anni, – aggiunge – è la metà di quello che Di Maio prendeva dopo aver restituito: noi abbiamo restituito più denari”.

Loro sono i “truffatori del movimento 5stelle – dice – ma io non voglio discutere di scontrini, ma dei veri problemi”.

Candidati grillini violenti con le donne?

“Noi non cavalcheremo la schifezza che abbiamo visto. Ci va bene non discutere dei truffatori che il M5Stelle ha candidato a Pesaro, in Piemonte…, ci va bene non discutere di quello che faceva pugilato con gli Spada, ma se c’è qualche candidato che mette le mani addosso alla moglie o alla figlia, su quello tutti insieme si dica no. Sulla violenza contro le donne non si scherza. Non possiamo rischiare di avere i nostri rappresentanti a quel livello lì. La lotta alla violenza contro le donne deve essere patrimonio di tutti”.

 

Di Maio e Salvini senza cultura democratica

Uno degli aspetti sorprendenti di questa campagna elettorale è che i leader degli altri partiti rifiutano un confronto pubblico con il Pd. “Faremo il confronto con gli ologrammi di Salvini, di Di Maio e di Berlusconi” punzecchia Renzi, che poi però spiega che il rifiuto al confronto è dimostrazione di mancanza di cultura democratica.

Il confronto – sottolinea il segretario Pd – non è una cortesia, non è un atto gentilmente concesso, ma è trasparenza per i cittadini, è l’abc del dibattito politico. Il confronto serve a misurare ciò che si è fatto, a spiegare ciò che si farà“.

E fra i temi da discutere, uno dei primi riguarda l’istruzione, poiché “la scuola è il punto di partenza di tutto”.

Il Pd è pronto a discutere di scuola con Matteo Salvini e Luigi Di Maio, osserva Renzi, “perché su questi temi si gioca la credibilità dell’Italia di domani. La scuola italiana era già buona prima della nostra riforma ma ha bisogno di un di più, di credibilità, di sostegno, di investimenti e anche di più rispetto per gli insegnanti”.

 

“Sicurezza: siamo gli unici che hanno fatto qualcosa”

Renzi fa leva sull’orgoglio Pd anche parlando di sicurezza e migrazioni. “La sicurezza è tema importante – asserisce – ma non dobbiamo restare sulla difensiva: in questi anni abbiamo avuto coraggio nelle scelte, e non prendiamo lezioni da chi vorrebbe espellere 600mila clandestini, dopo averne sanati 640mila con la Bossi-Fini. Il trattato di Dublino è stato definito da Berlusconi un ‘atto scellerato’, e in effetti è un atto sbagliato, ma è stato proprio lui a firmarlo”.

Ma il tema dei migranti non è semplicemente una questione di sicurezza, ma di umanità: “Se qualcuno viene a chiedermi l’abiura perché abbiamo salvato migliaia di vite umane, non lo farò mai. Posso aver perso un punto nei sondaggi, ma non posso perdere davanti ai miei figli l’umanità. Bisogna intervenire sulla sicurezza ma non metterlo insieme al tema immigrazione. Non mi interessa se sei un pusher nigeriano un tramviere milanese: se hai ucciso una donna devi passare i tuoi giorni in galera. Quelli in camicia verde, qualcuno dei quali è un pistolero della domenica, non si rendono conto di quello che hanno fatto sui temi della sicurezza quando erano al governo: loro hanno tagliato i fondi, noi abbiamo investito”.

E, per non lasciare dubbi sulla posizione del Pd, aggiunge, facendo riferimento a ciò che è accaduto nei cortei antirazzisti degli ultimi giorni: “Chi alle manifestazioni antifasciste picchia un carabiniere non è un antifascista, è un criminale“.

 

Mondo cattolico: noi siamo il terzo settore, il centrodestra è amico di Le Pen

“Abbiamo avuto punti di discussione con una parte importante del mondo cattolico – ha chiarito Renzi, anche rammetando il suo impegno nato in parrocchia – come su unioni civili e biotestamento. È una discussione che probabilmente vedrà una frattura almeno con una parte del mondo cattolico italiano. Ma da Roma oggi voglio dire alle donne e agli uomini del mondo cattolico di questo Paese di riflettere bene su cosa avverrà: faccio un appello alle persone che vivono le parrocchie e la realtà associativa. Siamo al bivio: il centrodestra non è a trazione moderata. Non è guidato degli amici di Angela Merkel, ma dagli amici di Marine Le Pen e da quelli di Alternative für Deutschland, non sono moderati. Noi siamo quelli della legge sul ‘dopo di noi’, del sostegno vero al terzo settore, siamo quelli della legge contro gli sprechi alimentari, di quella sulla cooperazione internazionale”.

 

“Chi vota D’Alema o Grasso, vuole Salvini a Palazzo Chigi”

Renzi ha concluso rivolgendosi agli elettori, affinché il centrosinistra continui a governare il Paese: “Chi se n’è andato dal nostro partito avrà sempre il nostro rispetto, ma un voto affidato alla sinistra radicale e al partito di Massimo D’Alema significa portare Salvini più vicino a Palazzo Chigi e più vicino al Viminale, significa dare una mano alla destra a guida leghista”.

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