Migliaia di persone arrestate. Restrizione della libertà di movimento, divieto di manifestare, censura, limitazione della libertà di associazione. A seguito del tentato colpo di stato militare del 15 luglio, nel mirino del governo turco sono finite decine di migliaia di persone, una repressione violenta ed inaccettabile.
La Turchia congela i diritti umani decidendo di sospendere la Convenzione europea sui diritti dell’uomo e ipotizza di ripristinare la pena di morte.
Bene ha fatto il ministro Gentiloni ad affermare in diverse occasioni che ogni ipotesi di reintroduzione della pena di morte allontana la Turchia dall’Europa.
E non ci può essere nessuna giustificazione alle violazioni delle libertà e diritti fondamentali, come ha dichiarato Federica Mogherini.
Lo stato di emergenza proclamato da Erdogan rischia di generare conseguenze pesanti anche per le donne. Già in passato Erdogan non ha nascosto il suo pensiero sostenendo che il posto delle donne nella società è la maternità e che “porre donne e uomini sullo stesso piano è contro natura”.
Pur essendo il primo Paese firmatario della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (2011), la Turchia nella classifica del Gender Gap del World Economic Forum del 2015 era in 130esima posizione ed è al 77 posto su 100 nell’indice sull’uguaglianza di genere dell’Undp (Programma per lo sviluppo dell’Onu). Inoltre i dati dei femminicidi sono allarmanti: secondo fonti di associazioni femminili turche e la piattaforma We Will Stop Women Murders, le donne uccise per mano del proprio compagno sono state centinaia tra il 2014 ed il 2016.
Il timore è che in questo clima le restrizioni alla libertà e ai diritti femminili aumentino e le donne turche siano costrette a vivere in un clima di paura, limitazione e tensione, dove cresce il fondamentalismo e si indebolisce la laicità delle istituzioni.
Esprimiamo solidarietà alle donne e a tutto il popolo turco e chiediamo il monitoraggio attento e costante della situazione da parte dell’Unione Europea, del Consiglio d’Europa, del governo e di tutte le istituzioni sovranazionali, che possono e devono esercitare il proprio ruolo per assicurare il pieno rispetto dello Stato di diritto, della democrazia e delle libertà e dei diritti fondamentali di uomini e donne.
Roberta Agostini
Sandra Zampa
Valeria Valente
Lucia Bongarzone, Portavoce Democratiche Emilia Romagna
Lucia Centillo, Portavoce Democratiche Piemonte
Ilaria Cova, Portavoce Democratiche Lombardia
Cinzia Del Torre, Portavoce Democratiche Fvg
Stefania Fiorucci, Portavoce Democratiche Umbria
Piera Landoni, Portavoce Democratiche Milano
Caterina Pucci, Portavoce Democratiche Macerata
Raffaella Salmaso, Portavoce Democratiche Veneto
Tonia Stumpo, direzione regionale PD Calabria
Antonella Vincenti, Portavoce Democratiche Puglia
Teresa Zaccaria, Portavoce Democratiche Bari