“Sono gravi, fanno male, vanno censurati e contrastati attraverso l’azione educativa gli insulti omofobi gridati da alcuni ragazzi durante la proiezione del film “il ragazzo dai pantaloni rosa”, pellicola patrocinata anche dalla Presidenza della Repubblica. Anche per questo e non solo è importante la proiezione di quel film nelle scuole e proprio per questo andrebbe riconsiderata da parte di alcuni genitori della scuola Augusto Serena di Treviso la decisione di non autorizzare la partecipazione dei propri figli alla proiezione del film così impedendone la visione a tutti gli studenti della scuola. Parliamo della storia di un ragazzo suicidatosi a 15 anni perché vittima di bullismo. Gli adulti dovrebbero avere il compito di accompagnare i propri figli, educandoli al rispetto della diversità e alla gentilezza nei confronti degli altri”.
“Evitare di confrontarsi su questi temi è grave: nel nostro Paese assistiamo troppo spesso ad atti discriminatori e omofobi nei confronti della comunità LGBTQIA+ e questo film può concretamente rappresentare l’occasione per aiutare tante ragazze e ragazzi che vivono sulla loro pelle il dolore di sentirsi giudicati diversi. Sono condivisibili le parole con cui il sindaco di Treviso Conte ha preso l’impegno a proiettare il film. Le Istituzioni hanno il compito di contrastare l’odio e l’intolleranza e di promuovere l’inclusione. E dovremmo iniziare proprio dalle scuole che sono il primo luogo dove educare i ragazzi al rispetto contro ogni forma di discriminazione e di odio. Negare la visione del film agli studenti è una dichiarazione di resa insopportabile di fronte al bullismo, all’indifferenza e alla violenza”. Lo scrive Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd.