“Centomila posti di lavoro in un mese. I dati forniti dall’Istat sull’occupazione sono un altro importante segnale che il verso sta cambiando davvero”. Così il responsabile Economia e Lavoro nella Segreteria nazionale PD.
A dicembre la disoccupazione giovanile cala al 42% toccando il valore minimo da un anno. E’ quanto rileva l’Istat, aggiungendo che il calo rispetto al mese precedente è di 1 punto percentuale mentre risulta in aumento di 0,1 punti nei dodici mesi. Dal calcolo del tasso di disoccupazione, spiega l’Istat, sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, ad esempio perché impegnati negli studi.
A dicembre sono occupati 918mila giovani tra i 15 e i 24 anni, in calo dello 0,7% (-7mila) rispetto al mese precedente e del 3,6% su base annua (-34mila). Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,4%, diminuisce di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,5 punti nei dodici mesi.
Il numero di giovani disoccupati, pari a 664mila, diminuisce del 4,7% nell’ultimo mese (-33mila) e del 3,1% rispetto a dodici mesi prima (-21mila).
Filippo Taddei, responsabile Economia e Lavoro nella Segreteria nazionale PD, commenta: “100.000 posti di lavoro in un mese. I dati forniti dall’Istat sull’occupazione sono un altro importante segnale che il verso sta cambiando davvero. Crescono i posti di lavoro, cala la disoccupazione, comincia a profilarsi una inversione di tendenza anche tra i giovani. Sono tutti dati che confermano la necessità di andare avanti con ancor più determinazione sulla strada delle riforme strtturali di cui l’Italia ha grande bisogno. Con la piena applicazione del Jobs Act, inoltre, siamo sicuri che il nostro Paese tornerà a crescere con ancor maggiore velocità ”.
Anche Alessia Rotta, responsabile Comunicazione PD, esorta “Avanti così e il jobs act non è ancora pienamente operativo. I dati dell’Istat confermano la generale spinta alla ripresa della nostra economia già evidenziata da Bankitalia e Csc. Il lavoro riparte grazie anche alle riforme del Governo, che fanno parte di precise scelte politiche ed economiche prese per superare la crisi e agganciare la ripresa.
A dispetto di quanti hanno fatto finta o non hanno voluto vedere il disegno complessivo questi sono passi importanti per il rilancio di un grande Paese che ha però l’obbligo di non cullarsi sugli allori ma di spingere con decisione sull’acceleratore delle riforme”.