“Oramai si deve parlare apertamente di occupazione della Rai da parte di Salvini, dominus incontrastato, e di Di Maio.
Una presenza sfacciata e arrogante, incompatibile con le regole di un Paese democratico quale dovrebbe essere il nostro.
I dati diffusi dall’Eurispes sulla presenza gialloverde nel servizio pubblico, e non solo, sono sconcertanti
I dati diffusi dall’Eurispes sulla presenza politica nel servizio pubblico, e non solo, sono sconcertanti: opposizione e Pd quasi cancellati a vantaggio di Lega e 5 Stelle.
Salvini con Di Maio la fanno da padroni in quasi tutti i contenitori dell’informazione soprattutto in quelli della Rai, a partire dai Tg, proni alla propaganda di Governo.
Leggiamo con sconcerto dal rapporto Eurispes che “Salvini ha raccolto, tra ottobre 2018 e marzo 2019, quasi 900 presenze (871 per l’esattezza) nelle titolazioni di Tg delle 7 testate generaliste nelle edizioni di ‘prime time’.
Luigi Di Maio, fatto registrare 656 presenze , sempre nello stesso periodo. Il premier Giuseppe Conte a sua volta 682 presenze”.
Il servizio pubblico, pagato da tutti i cittadini è asservito ai voleri della maggioranza e ammazza il pluralismo
Un diluvio, soprattutto nel servizio pubblico, pagato da tutti i cittadini e invece asservito ai voleri della maggioranza, che ammazza il pluralismo e ne rinnega la ‘mission’.
L’Agcom faccia sentire la sua voce, è necessario un intervento urgente di riequilibrio che ristabilisca la funzione del servizio pubblico: quello di informare correttamente i cittadini e non fare il megafono di Salvini.
Per di più l’occupazione gialloverde si sta traducendo in una perdita di ascolti per gli stessi Tg Rai.
Metteremo in campo tutte le iniziative necessarie, anche ricorrendo a forme clamorose di protesta
Un governo quello gialloverde, che rovina e soffoca qualsiasi cosa finisca nelle loro mani. Sappiano i nuovi occupanti che su questa vergogna non resteremo a guardare e metteremo in campo tutte le iniziative necessarie, anche ricorrendo a forme clamorose di protesta. La democrazia e il pluralismo vanno difesi e noi non ci tireremo certo indietro“.
E’ quanto dichiara Marco Miccoli, coordinatore della Comunicazione del PD.