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Nardella: “Centro locomotiva d’Italia e grazie a Letta abbiamo dato il via al superamento di un campanilismo decennale”

da un’intervista al Sindaco Nardella, edita da Il Messaggero, a firma di Mario Ajello

“Credo che esista ormai la necessità di una macro-regione Centro Italia, per rilanciare questa terra di mezzo, che oggi rischia di essere schiacciata tra il Nord e il Sud. Si tratta di un’area da rafforzare come cuore pulsante della Penisola.

Ad esempio, l’Alta velocità: al Nord Italia, Venezia è connessa a Genova passando da Milano e Torino; a Sud, è già partito il progetto della linea Napoli-Bari, noi al Centro, invece, non abbiamo alcun asse ferroviario orizzontale di alta velocità. È l’intero sistema di mobilità che va modernizzato. E’ da una cinquantina d’anni che parliamo della “due mari” Fano-Grosseto, mentre il passante di Venezia è stato realizzato in 4 anni. Dobbiamo recuperare un ritardo pesante, per collegare la Toscana all’Umbria, alle Marche e al Lazio settentrionale”.

“Questa macro-regione può basarsi sui nodi dell’alta velocità e aeroportuali di Roma e Firenze. Sviluppando al massimo le interconnessioni per accedere a questi hub di partenza e di arrivo, attraverso un sistema infrastrutturale multimodale e sostenibile. Si possono usare i fondi ministeriali, alimentati dal Recovery Fund per lo sviluppo delle reti ferroviarie: per esempio la Ancona-Roma, dove siamo in pesante ritardo, ci si impiega quasi 4 ore, per fare poco più di 200 chilometri, mentre la linea Verona-Torino, identico chilometraggio, si percorre in 2 ore”.

“Il turismo può sostituire la perdita della vocazione manifatturiera di un’area che tiene insieme la Maremma, il Senese, il lago Trasimeno, Assisi, la Tuscia. Un percorso di bellezza straordinaria ma inaccessibile per l’assenza di infrastrutture e servizi adeguati. Paradossalmente, l’emergenza Covid può diventare una grande opportunità per la rinascita del Centro Italia. Abbiamo perso in questo anno di Covid oltre 20 miliardi nel settore turistico. Sono recuperabilissimi, nel tempo, se mettiamo in campo un piano strategico serio e se siamo uniti”.

Abbiamo firmato un accordo tra Firenze, Pisa, Lucca e Livorno che prevede un piano di infrastrutture per connettere queste città e per lo sviluppo di tutti e due gli aeroporti toscani: stiamo superando finalmente decenni di assurde lotte tra campanili. E ringrazio Enrico Letta che ha dato il via a questo accordo con una sua intervista di qualche giorno fa”.

“Sono convinto che la Capitale debba recuperare il posto che le spetta. Ed essere il fulcro di questa macro-regione, insieme a una città come Firenze con la quale ha moltissime compatibilità. La prima è il mix di manifattura, cultura e alta formazione che non si trova a questo livello in nessun altra area del Paese”.

Il vaccino contro la frammentazione politica c’è e sta nella concretezza degli amministratori locali, nel pragmatismo dei fatti. Dopo l’estate, proporrò una iniziativa con presidenti regionali, sindaci delle quattro maggiori città, forze produttive, direttori di musei e rettori universitari. Parleremo con gli imprenditori dei distretti forti come quello della moda, delle calzature e dell’industria farmaceutica, visto che Roma, Firenze, Siena costituiscono il più grande distretto farmaceutico d’Europa”.

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